martedì 13 dicembre 2011
Germogli di Uomo Nuovo...
Mi sorprende incontrare sempre più persone che nel mese di dicembre sentono la pressione del Natale, sono di malumore e non vedono l'ora che sia gennaio per rilassarsi e tornare alla più ordinaria quotidianità.
Mi sorprende perchè credo che il mese di dicembre sia il mese di agosto dell'inverno boreale, che sia il momento in cui e' possibile prendersi momenti di riflessione per resettare la propria vita, per correggere la rotta delle proprie attività, per esplorare il silenzio che dovrebbe essere accompagnato alla meditazione.
Mi rendo altresì conto che anzichè promuovere il silenzio, l'introspezione, in questo periodo si promuove lo shopping, la caccia all'affare, la ricerca spasmodica di regali, la confusione, e il caos generato proprio dalla pressione di rispondere alle aspettative, incapaci di rispondere ai nostri cari non con un esempio di serenità, conciliazione ma con l'affermazione di cio' che ci porta sempre più fuori da noi stessi, lontani da noi stessi e di conseguenza infastiditi, rancorosi perche' completamente sradicati dalla parte intima e spirituale che la Natività contiene in se'.
Non ne faccio in alcun modo una questione religiosa, la Natività puo' essere vissuta da ogni essere umano sia nella sua parte credente che in quella non credente, e quindi ancor piu' radicata nella ricerca.
Sinceramente negli anni ho realizzato e compreso la profonda connessione tra la Natività e la mia personale nascita o rinascita, ogni dicembre mi impegno profondamente a far nascere in me un nuovo me, l'Uomo Nuovo di cui parlavamo nei giorni scorsi e quest'anno e' ancora piu' pressante la necessità di incontrarmi ad un livello più profondo, intimo, rinnovato da nuovi ingredienti che ho raccolto strada facendo; tutto questo non ha nulla a che vedere con il Natale del consumo, delle riunioni tra parenti, amici e colleghi di lavoro, tutto questo ha a che vedere con cio' che desidero essere, con l'Uomo che sto costruendo, un Uomo che certamente non risponde alla aspettative altrui ma alle aspettative proprie che sono dettate dal disegno che desidera realizzare all'interno della sua vita, all'interno di un noi, sul pianeta terra, che non risponde alla confusione aggiungendo altra confusione, che non si muove nel caos aggiungendo altro caos, che non si fa sfuggire l'occasione quotidiana di essere nuovo, libero dal passato e non proiettato nel futuro.
Mi rendo conto che le cose di cui sto scrivendo non sono di facile comprensione e applicazione, ma restano per me dei punti saldi su cui costruire ogni giorno una vita sana, una vita che si fonda su ciò che desidero essere piuttosto che su ciò che gli altri si aspettano io sia. E' una vera rivoluzione quando riconosciamo in noi la possibilità di essere altro, di essere liberi da cio' che accade fuori di noi e capaci di portare la luce dentro di noi, di appoggiarci sulle nostre forze, sui nostri valori, sulle nostre intime motivazioni, sulle nostre intime e profonde aspirazioni.
Io credo che sia possibile una vita sana e libera dalle pressioni esterne, libera dagli appigli che ci ingannano e ci mantengono immobili nella paura, nella sofferenza, nella incapacità, nella recriminazione, nella aspettativa. Se vogliamo ascoltare davvero qualcuno dobbiamo ascoltare noi stessi ad un livello profondo, dobbiamo incontrarci nel silenzio, dobbiamo creare occasioni di silenzio dentro e fuori di noi, creare istanti, rubare attimi alla routine quotidiana, coinvolgendo le persone che amiamo, promuovendo momenti di silenzio nella nostra casa, proponendolo ai nostri figli, parenti, genitori, amici, in ufficio, in macchina, camminando; sono sufficienti cinque minuti di silenzio consapevole al giorno, per scoprire quanto viviamo rispondendo alle sollecitazioni che ci raggiungono in ogni momento, dal prurito al cellulare che suona, da un rumore alla richiesta di aiuto, e cosi' via, in quei cinque minuti dobbiamo resistere a tutto quello che ci porta via quotidianamente, impegnandoci a restare in silenzio, ascoltando la battaglia che si scatena dentro di noi, per liberare un po' della nostra volontà di essere altro; le mie parole sono semplici sono frutto di un impegno quotidiano che metto in campo, sono parole frutto di una piccola applicazione che porta risultati straordinari.
Quello che mi viene da dire dal cuore e' basta lamentarsi, di cio' che accade fuori di noi, della confusione, del caos, delle aspettative, delle preoccupazioni, della paura, onoriamo la nostra vita perchè molto dipende da noi; proponiamoci di essere altro, facciamoci aiutare da coloro che ci circondano, ci viene molto facile recriminare ed incolpare, scontrarci e non rispettarci, molto meno facile invece incontrarci ed aiutarci, rispettarci e stimarci.
Per esperienza, e' molto più remunerativo il secondo comportamento e soprattutto ci permette di incontrare noi e l'altro nel silenzio, uno stato interiore che non conosciamo e nel quale risiede la risoluzione di ogni difficoltà.
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