giovedì 24 settembre 2009

I feel fine

Sei forte, sei davvero forte mi sono divertito con te. Mi diverto quasi sempre con te perchè sei allegro, sensibile, profondo, mi fai pensare mentre mi fai ridere
Sei forte e mi sei davvero simpatico aldilà di tutto e' bello che ci facciamo anche
delle belle risate, forse sono più interessanti quelle che tutto il resto.
Si ride poco, tutti si prendono seriamente mentre il tempo passa, abbiamo sempre meno tempo e Obama ci dice che se non cambiamo tutti insieme e' la fine del mondo, l'Apocalisse...

Cazzo e se fosse vero?

Cazzo almeno ti ho intravisto, almeno ti ho conosciuto, mi piaci un casino e mi sono fatto delle
sane risate dicendo non sensi...

Cazzo se fosse vero che la fine del mondo e' vicina?

Cazzo ci posso fare io?

Io provo ad andare a piedi, a non prendere medicine, a non sporcare in giro e tenere i caloriferi a 19 gradi d’inverno, a dire noi al posto di io, a chiudere l'acqua quando mi lavo i denti e fare docce brevi per consumare meno, muovermi in bici o in treno, essere vegetariano (mangiando pesce!), ascoltare gli altri senza giudicare e prendermi poco sul serio, meditare (quasi) ogni giorno, a realizzare cose che fanno pensare senza smettere di far ridere, prendermi cura della natura con riconoscenza, mangiare il “vero” biologico a chilometro zero, ascoltare il mio cuore e orientare i pensieri più aggressivi, ricordarmi degli altri e considerarli come considero me stesso, dire ti amo a mia moglie e abbracciare papa e mamma, a non bestemmiare (ci provo!), a non dire troppe parolacce (quando ci vuole pero!), a dire ad un amico ripensa a quello che hai fatto, a non essere schiavo delle esperienze passate, a ricordarmi di me’ sempre e comunque, a ringraziare Dio per quello che ho, a dire quello che faccio e fare quello che dico, a desiderare di essere padre, a mettere in discussione ciò che faccio…

ma se davvero fosse la fine del mondo sai che ti dico:

“It's the end of the world as you know it but i feel fine... I feel fine!”

mercoledì 23 settembre 2009

Più consapevolezza e amore, meno CO2!

La domanda che sta all’origine di questo pensiero è: “Siamo responsabili dell’aumento di emissioni di CO2 nell’atmosfera, oppure il cambiamento climatico è semplicemente un processo naturale che vive il nostro Pianeta in relazione all’universo?”
Ho sempre immaginato la nostra Terra come una grande creatura vivente, del tutto simile all’uomo, solo un po’ più grande e inserita in uno spazio con leggi di diverso ordine, grandezza, tempo. Leggi che, però, potevano essere osservate e riconosciute anche dall’uomo. L’ho immaginata respirare attraverso le stagioni, l’ho immaginata sbattere gli occhi con l’alternanza di notte e giorno, l’ho immaginata innervosirsi, sbottando lava da vulcani sparsi, l’ho immaginata muoversi per prurito, l’ho immaginata influenzata con l’aumento della temperatura: l’ho immaginata del tutto simile a me e ai miei quotidiani comportamenti.
Questi pensieri mi hanno portato nel tempo ad avere un rapporto di rispetto, cura e attenzione verso me stesso e ogni forma di vita che mi circonda. Pur essendo abbastanza giovane, sto rilevando che negli ultimi anni il comportamento umano è andato via via mortificandosi, e di conseguenza è cambiato tutto ciò che lo circonda, rapporto con il Pianeta incluso.
Guerre, carestie, fame, sfruttamento, deforestazione, inquinamento, smaltimento di rifiuti d’ogni genere e senza regole, per non andare oltre (e ci sarebbe molto da ggiungere).
Resta fondamentale sapere se l’innalzamento della temperatura terrestre sia un fenomeno in parte causato dall’uomo, o più semplicemente una naturale conseguenza dell’evoluzione del pianeta Terra.
Personalmente, ritengo fondamentale scegliere di essere in armonia con me stesso, con gli altri e con il pianeta, poiché la comprensione delle leggi terrestri è spesso basata su teorie empiriche.
Dunque sono certo che un po’ di consapevolezza, studio e conoscenza di sé, potrebbe portare immediatamente ad una riduzione di CO2, grazie anche alle regole che la politica mondiale si sta dando. Ciò riporterebbe l’uomo al centro del cambiamento: ognuno di noi è importante, in un processo che ci vede tutti protagonisti e ci ricorda che la nostra permanenza su questo meraviglioso pianeta è temporanea. Dobbiamo quindi fare del nostro meglio per lasciare meno tracce possibili del nostro passaggio, consegnando ciò che abbiamo ricevuto a chi verrà, così che sia nelle condizioni migliori possibili.
In fondo, Franco Battiato potrebbe avere ragione: basterebbe una buona dose di amore.

Tutto l’universo obbedisce all’amore

Avara la vita in due fatta di lievi gesti,
e affetti di giornata, consistenti o no,
bisogna muoversi come ospiti pieni di premure,
con delicata attenzione per non disturbare..
Ed è in certi sguardi che si vede l’infinito

venerdì 18 settembre 2009

istinto, ragione...

Spesso mi chiedo quanto sia giusto voler reprimere istinto e passione per affermare il primato della ragione. Non mi si fraintenda: la ragione deve necessariamente intervenire a governare i nostri impulsi di prevaricazione, aggressività, sopravvivenza, e garantire la convivenza civile e rispettosa con i nostri simili.
Ma non è forse un peccato che – nella determinazione delle nostre scelte, più o meno importanti – ci venga costantemente consigliato di ragionare per dicotomie, tra pro e contro, tra giusto e sbagliato, tra redditizio e svantaggioso?
Non sarebbe più interessante iniziare a pensare prima di fare una scelta a - chi ne sarà felice, che si avvantaggerà di ciò che sto per fare, come mi sentirò una volta presa la decisione - Allenarsi a scegliere in modo generativo, “tutto e’ lecito ma non tutto e’ utile” e’ una attività fondamentale per sviluppare quel “muscolo” che chiamiamo volontà, un “muscolo” capace di farci resistere alle frustrazioni, alle paure, alle tentazioni quotidiane, capace di mantenerci orientati verso ciò che desideriamo, i nostri più intimi desideri, in piena armonia con gli altri e con l’ambiente.
Sempre più spesso coloro che hanno realizzato grandi imprese ci raccontano quanto hanno resistito alla frustrazione, al rifiuto, alla difficoltà per essere premiati alla fine con il dono più grande, la conoscenza di sè stessi; come afferma Nives Meroi nota scalatrice “la montagna non e’ il risultato, la montagna e’ il percorso”.

giovedì 17 settembre 2009

Uomo-Animale

Questa mattina il sito di Repubblica dedica una pagina a un’artista che non avevo mai sentito nominare: Mitsy Groenendijk, ironica scultrice che ha incentrato la sua opera sull’uso della metafora, volta a indagare l’umano desiderio di controllare la natura. http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/gente/mitsy-scimmia/1.html
In particolare, ha creato una collezione di scimmie a grandezza naturale, in tipici atteggiamenti e abiti umani, ottenendo un risultato di grande impatto visivo, che suscita spontaneamente un sorriso, ma dopo qualche attimo costringe a riflettere sulla nostra natura umana e bestiale insieme.
Tralasciando l’artista in questione, in un percorso verso l’Eccellenza come quello di 21minuti, può essere interessante soffermarsi sulla coesistenza – nell’uomo – di ciò che ancora lo accomuna al mondo animale e di ciò che ne determina la superiorità su qualsiasi altra specie in Natura.
E’ necessario allontanarsi il più possibile dall’animale per affermare la nostra eccellenza umana?
Sicuramente il piano istintivo e’ quello che ci avvicina maggiormente alla natura ma se ci guardiamo sinceramente allo specchio scopriremo che in migliaia e migliaia di anni la nostra specie, apice della creazione, ha spostato il proprio baricentro piu’ in alto, passando dal cuore ed arrivando alla parte piu’ alta la testa. Siamo in cammino e le neuroscienze lo dimostrano quasi quotidianamente speigando i nostri funzionamenti piu’ profondi , sia neuro scientifici sia “istintivi” determinando sempre piu’ precisamente che cio’ che facciamo, cio’ che ci accade e ‘ strettamente legato al bagaglio di esperienze, all’educazione ricevuta, agli studi fatti, alle letture tutto il nostro passato.
Ma allora l’uomo cosa e’?
E’ un animale che e’ nella sua fase di sviluppo e che puo’ divenire un essere piu’ completo ed equilibrato se riuscira’ a conoscere e a studiare i propri moti interiori, ad equilibrare la sua parte istintiva, la sua parte emozionale, la sua parte razionale. Insomma una fabbrica a tre piani che si sta preparando ad un salto di consapevolezza senza dimenticare la sua origine.

crisi?

Crisi?
Mi sono preso la briga qualche tempo fa di cercare l’etimologia della parola crisi, visto che nell’ultimo anno e’ la parola piu’ utilizzata. Mi ha sempre affascinato il significato originale delle parole perche’ in grado di svelare di illuminare significati piu’ ampi e pertanto piu’ rassicuranti. Anche questa volta ne sono rimasto sorpreso per semplicita’: “momento che separa una maniera di essere o una serie di fenomeni da altra differente, o anche Piega decisiva che prende un affare.”
La conseguente domanda che mi sto facendo e’ quanti governi, quanti cittadini, quanti esseri umani su questo pianeta sono passati da un comportamento ad un altro in grado di generare un movimento ascendente virtuoso e non ad un consolidamento delle abitudini passate?
Io personalmente mi sono impegnato negli ultimi mesi ad un comportamento etico, universale pensandomi cittadino del mondo immaginando un mondo non piu’ separato da confini, lingue, culture, religioni ma unito nell’intento di costruire un luogo migliore che possa accogliere altri esseri umani dopo di me in armonia con la natura e con cio’ di cui ho necessita’ senza ricercare il superfluo. Ho camminato nei boschi mi sono seduto sulla riva di ruscelli, scoprendo una parte di me che non conoscevo. Mi sento parte di un insieme ospite di un luogo meraviglioso.

Ritorno a scuola

Ritorno a scuola.
Stamattina piu’ o meno in tutte le regioni d’Italia si aprono le porte delle scuole. E’ un momento sempre serio di riflessione visto che da anni nella scuola non si riesce a riformare praticamente nulla e quindi siamo fermi ad un sistema educativo e pedagogico vecchio di trent’anni. Ascoltando la radio mi sono reso conto dell’urgenza di una riforma oggi abbiamo classi che arrivano fino al 97% di presenze di bambini stranieri, quindi di culture differenti, certo sono esempi estremi ma sono comunque l’avvisaglia di una tendenza che avra’ concretizzazione nei prossimi due o tre anni al massimo.
La multiculturalita’ necessita per essere espressa innanzitutto di rispetto per le differenze.
Un sistema pedagogico vecchio di trent’anni come puo’ tenere conto delle differenze culturali che oggi si presentano nel nuovo assetto sociale?
L’incontro, il confronto, il rispetto, la conoscenza, le regole comuni condivise e rispettate sono alla base di una civilta’ democratica e credo che oggi siano molte le cose da rivedere e non solo nella scuola.
Parlo della scuola perche’ e’ il fondamento della cultura personale e civile del sapere di una nazione ma sono fautore di una scuola che duri tutta la vita e non solo nel periodo di studi piu’ o meno lungo. Continue scoperte scientifiche, ampie visioni culturali e filosofiche, espressioni artistiche e sistemi economici evoluti sono proposti e presentati quotidianamente richiedendo ad ognuno di noi un costante aggiornamento, un costante rimettersi in gioco.
Non e’ per qualche ragione che la situazione di stallo italiana risente proprio di questo arretratezza culturale e civile?

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