mercoledì 31 agosto 2011
Resistere!!!
Contrastare, durare, lottare, opporsi, ostinarsi, perseverare, reagire, respingere, rimanere, stare saldo... sono tutti sinonimi del verbo resistere!
La riflessione di oggi e' qualche cosa che mi porto dentro da anni, e' un pensiero, un'emozione, un'azione che provo a mettere in pratica ogni qualvolta ricevo una sollecitazione forte che mi colpisce profondamente e che mi porta di scatto a reagire in modo sconclusionato, meccanico, disordinato ma soprattutto disorientato. Mi spiego meglio, pensando che sia capitato anche a voi di aver ricevuto uno schiaffo, sia fisico che metaforico e che da dentro sia partita una folata di calore seguita da rabbia, poca lucidità, sorpresa, e che questo stato abbia dominato totlamente la vostra ragione, emozione, azione, innescando il desiderio di usare la bocca, quando va bene, come mitra carico di parole, emozioni negative, impropreri, quando va male invece, usando le mani per restituire cio' che abbiamo ricevuto; ecco in questo stato di alterazione il soddisfacimento dura solo pochi istanti e viene seguito poi da uno stato di stanchezza, rimorso, senso di colpa per non essere riusciti a resistere alle provocazioni o alla aggressione.
Ho immaginato così una vita nuova basata sulla resistenza alle provocazioni, basata sul contenimento dell'aggressivita', basata sul movimento rapido per non essere colpiti da questi sentimenti che prendono il possesso della parte bassa della nostra macchina umana, che prendono il controllo dell'area istintiva che desidera difendere il territorio invaso, un po' come quando vi avvicinate ad un cancello di una villetta e un cane viene contro iniziando ad abbaiare.
Ho cosi' scoperto provando e riprovando, che resistere non e' abbastanza, che resistere e' solo il primo passo per la creazione di quel nuovo stato che permette di muoversi liberamente fuori dalla gabbia della rabbia (non a caso sono in rima), che devono seguire altri momenti fondamentali per potersi liberare, se non completamente ma almeno in maniera decisiva; occorre subito dopo aver praticato la resistenza, arrendersi ed accettare che in noi esiste anche una parte che fatica ad assoggettarsi alla resistenza perche' non ne capisce la ragione; qui subentra un terzo fattore straordinariamente utile che e' il distacco dalla situazione che stiamo vivendo, come se cio' che accade non accadesse in noi ma stessimo assistendo ad un film della nostra vita, questo permette di avere un punto di vista superiore, possiamo quindi guardarci in quell'istante nella situazione, guardare i due antagonisti e decidere dopo qualche secondo (ideale sarebbero almeno dodici, quindici secondi) quanta distanza mettere tra noi e cio' che ci sta scatenando la reazione automatica, meccanica (normalmente tra l'altro sempre la stessa!).
Infine, definita la distanza, si apre dentro di noi uno spazio, che corrisponde anche ad un tempo molto ampio, una sensazione di liberta' assoluta, la liberta' di non essere dominato da nulla ma di poter dominare ogni manifestazione del nostro essere, ed e' a questo punto in questo spazio di silenzio e liberta' assoluto che possiamo determinare la miglior risposta possibile alla sollecitazione che e' ormai neutralizzata e quindi innocua nei nostri confronti; un altro prodigio e' che scopriremo che possiamo scegliere tra varie risposte, come se dentro di noi si creassero nuovi percorsi mentali, emotivi e di azione, che non sono piu' esclusive alla difesa del territorio (cane dentro il cancello) ma sono creative e variegate, frutto di un piu' alto utilizzo della nostra mente, un utilizzo finalizzato all'evoluzione e non semplicemente alla conservazione.
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martedì 30 agosto 2011
Rivoluzione Natura!
A volte penso che sia una vera fortuna poter assistere ad un cambiamento epocale, ad un cambiamento che vede il nostro mondo cambiare forma, pelle, prospettiva. Ho sempre pensato e sperato di partecipare al cambiamento, mettendomi in prima fila, camminando a testa alta verso il nuovo, verso cio' che chiamiamo futuro; toccarlo mantenendo i piedi fermi nel presente.
Non e' facile accorgersi quando qualche cosa sta accadendo; di solito ci rendiamo conto del precedente e del successivo quasi mai dell'istante, vi faccio un esempio: ricordate il piccolo infortunio che ho avuto un mese fa circa, la rottura del metacarpo della mano sinistra? Nonostante io sia stato costantemente attento ed in allerta per riuscire a cogliere il momento in cui le mie ossa si sarebbero riunite e rifissate tra loro, non sono certo di aver colto il momento, l'istante in cui accadeva. Perche'? La risposta piu' motivata che ho trovato e' che il processo e' cosi lento, costante, progressivo che dovremmo essere vigili ogni frazione di secondo, per almeno una settimana, mantenendo un livello di attenzione e concentrazione cosi elevato da distoglierci da tutto il resto e quindi rendendoci praticamente vulnerabili a tutto, immaginate di concentrarvi cosi profondamente da non rendervi piu' conto dello spazio e del tempo fuori di voi ma soltanto dei millimetri che dividono le due ossa. Pertanto ho compreso che non e' previsto dalla macchina umana, almeno nello stato in cui vive oggi, nel quotidiano poter penetrare così profondamente in se stessa.
Ci sono pero' esseri umani che grazie ad un allenamento, grazie ad un talento, grazie all'ambiente che li ha formati ed infine grazie anche al caso, sono in grado di percepire i cambiamenti, di viverli in modo empatico, essere nel flusso della vita mentre la vita accade e che quindi riescono a sentire di piu', riescono attraverso i loro sensi ad avere una percezione del presente piu' profonda e reale.
Non sono certo di essere quel tipo di persona ma una cosa di certo l'ho percepita ormai da tempo, stiamo vivendo una rivoluzione che ormai e' iniziata all'incirca dieci anni fa e che oggi comincia a mostrarsi nella sua manifestazione visibile, la "Rivoluzione Natura" come amo definirla.
Per molti anni almeno una ventina d'anni abbiamo sofisticato ogni cosa, abbiamo accelerato le nostre vite, accelerando anche il rapporto con l'ambiente che ci ospita, cercando di sfruttarlo il piu' possibile, per spremere cio' che in qualche maniera poteva portare al profitto, abbiamo immaginato e creduto di poter vivere separati dalla natura, di poterci nutrire di sofisticazioni alimentari, di poterci confrontare con il mondo attraverso la tecnologia. Oggi invece molti di noi si stanno rendendo conto che tutto questo era una corsa folle senza pero' un obiettivo, una corsa senza arrivo, l'arrivo veniva spostato continuamente, portandoci in uno stato di stress e di malumore che per molti e' diventato cronico, un po' come quel leggero mal di testa che riusciamo a sopportare ma che pero' non ci permette di dire: " Io sto molto bene!"
Ci accorgiamo oggi che passeggiare in un parco pulito a piedi scalzi e' un'emozione irriproducibile, che respirare lo iodio seduti sulla prua di una barca a vela che naviga non ha eguali, che incontrare dei delfini che saltano per noi a pochi metri dalla barca e' una sensazione non descrivibile, che camminare in un bosco e sentire l'umidita' addosso e' un piacere profondo, che respirare lentamente su un picco di 3,000 metri e sentire l'aria tagliente entrare nel polmoni puo' essere un obiettivo di vita.
Insomma potrei davvero continuare per ore, quello che voglio dire in sostanza e' che stiamo vivendo un cambiamento epocale che ci sta riportando alla natura del nostro corpo, all'ascolto dello stesso nella ricerca del cibo che piu' di tutti e' capace di creare la chimica che ci fa funzionare bene, stiamo ricercando la relazione naturale con le cose essenziali, che stiamo pulendo il campo da tutti quegli oggetti inutili, superflui che erano solo una manifestazione esteriore del nostro stato di inadeguatezza e bisogno, stiamo capendo che cio' di cui abbiamo bisogno e' d'amore, armonia, bellezza intorno a noi, che il business che produce una ricchezza solo personale non ci fa piu' felici, che il continuo consumo e bisogno di possedere non sono la strada alla felicita'; stiamo comprendendo che la felicita' sta nella condivisione con gli altri di cio' che di meglio abbiamo trovato nella nostra vita, stiamo per questo iniziando a vivere una vita sana ed equilibrata.
Io sento che questa "rivoluzione natura" e' in atto e sono certo di non essere l'unico a percepirla, naturalmente ci vuole molta attenzione, e molto silenzio dentro di noi e molto silenzio fuori di noi, ma se stiamo attenti, se proviamo ad ascoltare noi stessi, se proviamo ad ascoltare la terra, la nostra essenza vibrera' con l'essenza del pianeta, ci parlera' e sara' la lingua della natura, sara' la lingua della condivisione, dell'armonia, della fratellanza, del sorriso. Tutto questo e' possibile grazie alla nostra sensibilità, grazie alla tecnologia, grazie alla maestosità del nostro pianeta, che ci permette un rapporto piu' stretto con l'ambiente, che ci permette di esplorarlo in profondità, che ci permette di dargli voce, spazio, immagine, ci permette di condividere di racontarlo di preservarlo come accade in questo istante, condividendo i sentimenti e le sensazioni che mi abitano.
Ora posso farvi una piccola confessione, all'inizio del post avevo detto che non ero sicuro di aver percepito le mie ossa rifissarsi, in verita' non e' vero, me ne sono reso conto, un po' grazie al caso e un po' grazie al desiderio che avevo di partecipare a questo piccolo evento interno, nella notte tra il 13 e 14 agosto, non riuscivo a dormire per il dolore alla mano, quando improvvisamente ho sentito un acuto del dolore che e' durato forse una ventina di secondi, poi piano piano il dolore si e' attenuato, al mattino era scomparso e da quel momento non c'e' piu' stato; io non sono un medico ma sono abbastanza certo che quella notte qualche cosa e' accaduto nel mio corpo e la natura ha fatto il suo corso meraviglioso, due cose separate si sono riunite.
Sento che sta accadendo la stessa cosa a livello planetario globale, sempre piu' persone sentono il bisogno di riunirsi con la natura, con se stessi, e sono certo che questo e' il piu' grande cambiamento epocale che ci e' dato di testimoniare, questa e' la "Rivoluzione Natura"!
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lunedì 29 agosto 2011
energia...
Ma quanta energia e' utile e necessaria per vivere?
Mi sono fatto questa domanda varie volte nella mia vita, all'inizio pensavo che l'energia fosse inesauribile, che bastasse mangiare bene e dormire bene per ricaricarsi ogni giorno, poi ho cominciato a vedere che con il tempo l'energia iniziava a diminuire ed alternarsi rispetto a quanta motivazione avevo nel fare le cose, fino a quando negli ultimi mesi ho accertato che l'energia puo' essere ricca e continua solo quando facciamo le cose che ci scaldano, che ci motivano, che ci fanno davvero felici, ho scoperto che l'energia di per se' non e' sufficiente, cio' che fa la differenza e' la motivazione, ovvero la ragione che spinge a fare una cosa piuttosto che un'altra.
Ho continuato allora a riflettere su questo tema e mi sono reso conto che per molti anni ho fatto cose di cui non ero appassionato, che non mi appartenevano e che segnavamo il mio umore intrappolandomi in uno stato di leggero costante fastidio, che accomulato nel tempo mi portava ad una esplosione con la conseguente separazione da cio' che avevo fatto fino a quel momento, sprecando così lo sforzo compiuto. Per molti di voi forse queste considerazioni sono logiche ma in realta' se andiamo a guardare la nostra vita scopriremo con non poca sorpresa che ognuno di noi in realta' non fa esattamente cio' che fa felice, che molto spesso non sappiamo nemmeno davvero certamente cosa e' in grado di farci felice e quindi passiamo la nostra vita in territori che ci sono avversi a volte persino ostili.
Intanto la vita passa, i minuti scorrono, le ore passano, i giorni scivolano, i mesi volano, gli anni spariscono e ci allontaniamo sempre più dal giorno in cui siamo nati, lo spazio/tempo che ci separa dalla partenza diventa sempre più ampio e senza accorgercene la vita ci scivola dalle mani.
Io non so esattamente come trattenere gli anni, ne sinceramente e' cio' che mi interessa, quello che sento scaldarmi, quindi cio' che riesce a motivarmi e quindi farmi scattare l'energia e' la possibilita' di riempire di significato i minuti, le ore, i giorni, i mesi, gli anni, riempirli di vita, che mi piace chiamare presenza, consapevolezza, riempirli per fare in modo di esserci nel momento in cui la vita sta accadendo, di poter dare significato ad ogni istante, di non essere rapito dal mio passato o proiettato nel mio futuro, ma di accorgermi che sto vivendo, che tutto cio' che mi circonda ha un senso, che cio' che accade dentro le mie cellule ha un senso, che la terra mentre gira intorno al sole ha un senso, che l'amore che provo ha un senso, che non esiste l'odio, la rabbia se siamo presenti a noi stessi mentre le cose accadono, che ogni essere che incontriamo ha un senso, che la vita e' meravigliosa se ha un senso, perche' la vita e' un istante brevissimo nell'universo e che miliardi di esseri umani hanno vissuto prima di me e che miliardi di esseri umani vivranno dopo di me e che solo cercando di scoprire chi sono veramente e cosa mi fa felice veramente vivro' una vita piena e reale, una vita in armonia, bellezza e verita', capace di dare un senso ad ogni istante della nostra vita, per dare un senso all'energia che impieghiamo, dando forma e senso all'esistenza.
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domenica 28 agosto 2011
La Bandiera Americana!
Innanzi tutto, ciao a tutti!
Sono rietrato ieri sera a casa con il desiderio di scrivere e raccontare le milioni di sensazioni, argomenti, pensieri, emozioni, desideri che in queste settimane di distacco ho vissuto dentro di me.
Pochi giorni fa ho trovato in un mercatino una sciarpa stampata con la bandiera americana in trasparenza, mi ha attirato, ho fatto un giro qualche fotografia e al mio ritorno ho deciso di fermarmi per acquistarla.
Mentre camminavo mi sono reso conto che ognuno di noi per poter vivere una vita piena e ricca ha bisogno di credere in qualche cosa di piu' grande della sua vita, piu' grande delle cose che realizza ogni giorno, piu' grande della sua stessa natura e capacita' di immaginazione, per me, nella mia formazione adolescenziale, per i miei sogni, la bandiera americana ha rappresentato il mio desiderio di realizzare una vita piena, di credere in un mio sogno.
La pausa lavorativa estiva e' un momento importante, fondamentale per potersi confrontare con la propria vita, con i propri desideri, con tutto quello che si e' fatto, un punto nave fondamentale per poter ritrovare l'energie per continuare o per poter ritarare e riprendere il percorso con piu' chiarezza e determinazione. Quella bandiera per me rappresenta le energie per continuare ad inseguire la mia America, il mio sogno, che e' quello di diventare in uomo migliore, consapevole, di incrementare l'armonia intorno a me simolando la ricerca della verita', permettendo a tutti coloro con cui vengo in contatto di potersi esprimere al meglio, di poter contribuire alla crescita, dando e prendendo il meglio possibile da ogni situazione.
Cosi' dopo due settimane di pensieri liberi e di emozioni mi sono ripreso in mano la vita, l'ho guardata di nuovo in dettaglio, ho provato a respirarla mettendomi in una posizione nuova, come se fossi sugli spalti e guardassi una grande piazza nella quale trovo tutte le cose che ho fatto, che vorrei fare, le esperienze vissute, quelle che vorrei vivere e le guardassi con distanza come se non mi appartenessero piu' ma fossero parte di un percorso che mi ha portato fino a qui oggi ma che non hanno piu' alcune influenza sulle cose che accadranno da ora in poi; ho continuato il gioco immaginando di lasciare, di scaricare molte cose inutili che mi porto dentro e che invece di farmi andare veloce mi impediscono anche di respirare in alcuni momenti, quindi ho visto nella piazza cumuli di oggetti e borse piene abbandonate un po' dappertutto.
Non appena mi sono liberato i pensieri ho visto che mi sentivo meglio, come se avessi tolto degli zaini, come se molte delle cose che mi sembravano fondamentali per la mia sopravvivenza in realta' non fossero che etichette, adesivi incollati, baccialetti, anelli, cinture, insomma cose che si arrotolano intorno e rallentano il movimento. Per caso poi passo davanti ad una televisione e' c'e' la finale dei mondiali dei 100 metri. Mi fermo e guardo la fase di preparazione alla partenza e vedo che ognuno degli sprinter e' praticamente nudo, porta solo una tuta che e' cosi' appiccicata al corpo che sembra disegnata, non ha null'altro e allora vedo che porta dei comportamenti che in apparenza sembrano scaramantici ma in realta' sono dei pesi, per esempio il peso di dover vincere a tutti i costi, in particolare l'atleta piu' straordinario Usain Bolt ha la pressione di chi non solo deve vincere ma deve dimostrare che non ha rivali. I suoi avversari forse intimoriti, forse davvero concentrati per trovare lo stato interiore migliore per fare il loro meglio sono silenzioni, immobili, concentrati, lui invece ha i pesi che per la prima volta sembrano troppo pensanti anche per lui. Un istante alla partenza e via, Usain non riesce a tenere il peso e scatta in anticipo e la gara finisce li!
La vita, la pressione, i pesi, lo allontanano inesorabilmente dal suo obiettivo e viene eliminato.
Io penso che per tutti noi sia lo stesso, io penso che se non ci alleggeriamo quanto piu' possibile ogni giorno con il tempo la vita ci diventi difficile, allontanandoci dalla felicita' e dalla gioia di vivere che poi alla fine e' l'unica cosa che conta, visto che non c'e' ieri e non c'e' domani se non c'e' oggi!
Quindi per terminare la mia riflessione, suggerisco a tutti di provare a trovare un simbolo che sia in grado di scatenere le vostre migliori energie ed entusiasmo e con quello stato guardate la vostra vita e cercate di interpretarla al meglio, lasciando cio' che e' pesante e non vi permette di essere liberi di scattare e correre i vostri 100 metri (spazio) che potrebbero essere 100 anni (tempo) che sono in luogo preciso (terra). Per concludere ho poi guardato la finale senza Bolt e ha vinto Blake, un ragazzo che nello sguardo per me aveva gia' vinto la gara della sua vita oggi, perche' il suo sguardo era grato alla vita e al momento, leggero senza alcun peso, fluido e leggero come ogni uomo puo' essere, in grado anche di correre contro il vento (avversità) che ognuno incontrera' sul suo percorso (vita), e vincere!
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giovedì 4 agosto 2011
La mia ricerca...
...per terminare la simpatica telenovela del pronto soccorso di ieri, me ne sono tornato a casa con la mano steccata per la frattura spiroide del V Metacarpo mano sinistra, non male per uno che deve passare le prossime due settimane su una barca!!!
:)
Siccome penso che ogni cosa che ci accade sia il risultato di molte dinamiche comportamentali e accadimenti non del tutto casuali ho deciso questa mattina di riportare la mia totale attenzione al mio mondo interiore, al mio mondo emotivo, mentale e naturalmente fisico. A volte le cose che accadono a prima vista sembrano manifestazioni della sfortuna (sfiga), oppure di incidenti inevitabili, in realta' questa e' solo una visione di superficie, meccanica, formatasi con le nostre credenze, con l'educazione ricevuta, con le consuetudini sociali di dove viviamo e con le leggi che governano il nostro pianeta, in realtà se resistiamo a prendere la strada che ben conosciamo della lamentela, della recriminazione, della non responsabilità, davanti a noi si apre un nuovo panorama, una vista simile a quella dell'alta montagna, dove possiamo avere una visione piu' ampia e globale anche del percorso che ci ha portati fino a li. Proprio allora scopriamo che cio' che pensavamo essere una sfiga si trasforma in una meravigliosa occasione di conoscenza e di ricerca interiore. Ciò che piu' conta e'l'interazione, imparando ad interagire nel momento e a prendere la situazione cosi' come e', con distacco e distanza, senza volere che sia altro, senza pensare a quello che ancora ci manca ma bensì a sfruttare al massimo ciò che abbiamo, quindi per tornare a me, certamente due settimane in barca con una mano steccata che non puo' bagnarsi sembra davvero uno sfortuna ma invece credo che ci siano molte cose da valutare e da scoprire in questa apparente privazione di libertà di azione. Ecco, desidero interagire con la nuova condizione e scoprire qualche cosa di me stesso, della mia relazione con il mondo che mi circonda, della mia relazione con il mio corpo per riuscire a godere al massimo di queste due splendide settimane che mi aspettano, onorare la mia vita oggi e non lamentarmi piu' per cio' che mi manca ma sottolineare e valorizzare cio' che ho ricevuto.
Sento quindi l'esigenza davvero di tornare ad ascoltarmi, a scoprirmi nuovo nella vita di ogni giorno, nelle situazioni che si manifestano ogni giorno per non dare la solita risposta meccanica, la solita risposta frutto di mille condizionamenti che quasi mai esce dalla interazione con la situazione ma bensi' dalla reazione con la situazione, ma sopra ogni cosa che quasi mai mi rende felice, ma mi fa entrare in un mondo di conflittualità anche con me stesso.
Desidero restare in silenzio, restare in armonia con me stesso, con il mio corpo, con il mio cuore, con i miei pensieri per ascoltarmi e scoprire come posso migliorare il mio stato di gioia e godimento, per trovare costantemente armonia tra cio' che sono e cio' che vivo, per far crescere quello stato interiore di libertà dal bisogno, perchè nello spazio vuoto, nel silenzio possiamo crescere, mentre invece nella confusione, nel rumore, nella rabbia, nella sofferenza c'e' solo infelicita'.
Con questo non voglio dire che non soffriro' piu' e saro' un Buddha vivente, voglio solo dire che se riusciro' ad interagire con la vita mentre la vita accade sapro' scegliere anche il momento per incazzarmi e lo faro' con grande gioia e distacco, sarà il giusto momento, voglio decidere io della mia vita anche delle emozioni che mi abitano!
Percio' andro' in vacanza con il blog, scrivero' soltanto se avro' sentito la profonda e meditata esigenza di comunicare qualche cosa di interessante altrimenti resterò in silenzio ad ascoltare la mia voce interiore abbassando il rumore esterno che tende a mortificare ogni cosa per ricercaere quel meraviglioso luogo interiore che si chiama pace ed armonia.
Buone vacanze a tutti voi e se un po' vi manchero', beh allora andatevi a leggere i post piu' vecchi, sono sicuro che non gli avete letti tutti e pensate che mi sto impegnando a vivere con intensità per potervi raccontare le cose che accadono, grazie per avermi seguito fino a qui, sono sinceramente, profondamente onorato.
Gian Luca
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mercoledì 3 agosto 2011
Il tempo e' denaro! No, il tempo e' salute!!!
Questa mattina, nonostante abbia in ogni modo cercato di evitarlo, mi sono recato al pronto soccorso per una visita di controllo alla mano sinistra, visto che sono caduto in bicicletta ormai una decina di giorni fa, il dolore e il gonfiore non passano e ho pensato forse mi sono rotto un ossicino?!
Chi mi conosce sa che evito di entrare in un ospedale o in un pronto soccorso, per prima ragione perché penso che ci siano sempre priorità piu' serie delle mie e per secondo mi sembra che tutto sia immobile, senza organizzazione e pertanto stressante, irresponsabile, scoraggiante per qualunque paziente che invece avrebbe bisogno di incontrare un ambiente sano, pulito, organizzato in grado di accoglierlo e farlo sentire in buone mani e protetto.
Naturalmente non sono stato smentito e così mi trovo ancora dopo un'ora e quarantacinque minuti seduto in una squallida sala di attesa senza conoscere nulla dei tempi, dei modi, delle possibili medicazioni che potrò ricevere, ma soprattutto senza aver ancora visto un medico.
Certo il codice bianco e' l'ultimo della fila, un po' come quando si va in aeroporto e si e' in lista d'attesa, si potrebbe partire oppure passare una giornata in aeroporto, così accade al pronto soccorso, pero', e non ho scelto a caso il paragone aeroportuale, c'e una sostanziale differenza, quella della valorizzazione del tempo.
Al pronto soccorso sembra che del tempo delle persone non importi nulla, non c'e accoglienza, non c'e cura per i pazienti e per le persone che sono in uno stato di confusione, di paura, di emergenza, sono lasciate su delle scomode sedie senza assistenza, senza cura per ore , abbandonati a se stessi. A me pare davvero una condizione inumana, una condizione che un paese che pensa di essere civile non sia in grado di affrontare ed organizzare in maniera moderna, in maniera civile un pronto soccorso.
In questi giorni leggendo spesso di Norvegia, dopo la strage del matto Breivik, mi sono reso conto che i media italiani si sono spesso soffermati sull'aspetto di grande civiltà ed organizzazione sociale della nazione scandinava sottolineando pero' in modo quasi di rivincita il fatto che fosse riservato a chi condannato alla galera dei privilegi elevati, un rispetto per la persona e la dignità di tutti partendo dai secondini arrivando ai carcerati.
Io sinceramente non lo trovo un fatto da rimarcare, anzi trovo che una nazione che ha raggiunto un tale livello di civiltà debba essere presa a modello, così come devono essere presi a modelli i sistemi ospedalieri e di pronto soccorso della Norvegia, nei quali il tempo, il rispetto, la centralita' dell'essere umano e' inviolabile.
Grazie alla Norvegia mi sento sinceramente degno di considerarmi un essere umano, felice di sapere che nel mondo ci sono delle civiltà che hanno compreso e realizzato la migliore condizione per vivere insieme, hanno realizzato la piena dignità dell'uomo creando così le migliori condizioni per poter realizzarsi al meglio, partendo tutti dalla medesima linea di partenza, sentendosi parte dell'insieme, lavorando per l'insieme realizzando se stessi.
A questo punto ritorno al nostro pronto soccorso e le ore sono diventate due e passa e nulla accade, non tanto per me che ho un problema davvero piccolo ma per le persone anziane che mi circondano e che hanno il viso sofferente e che nessuno e dico nessuno neppure rivolge la parola. Io credo che qualsiasi malattia e qualsiasi guarigione posso trarre giovamento da una condizione mentale ed emotiva di pienezza e di rilassamento, ma non trovo nulla che vada in questa direzione e sinceramente l'ospedale in cui mi trovo e' considerato uno dei migliori e più recenti di tutta la zona.
Ma cosa aspettiamo a cambiare velocità?
L'uomo e' fatto per essere meglio di quello che vedo intorno a me, e' fatto per crescere migliorare, evolvere, soprattutto e' fatto per realizzarsi insieme agli altri e non singolarmente, ma perché questo accada deve cambiare la sua posizione, deve alzarsi e guardare il mondo da un nuovo e più elevato punto di vista, deve iniziare ad arrampicarsi sulla montagna che e' la sua stessa vita, conoscendola, conquistandola tappa per tappa senza paura di mettersi in discussione, senza paura di lasciare vecchi schemi mentali, senza paura di accettare la novità che lo circonda, senza paura degli altri che sono intorno, senza paura di vivere con intensita', gioia, amore perché solo così potrà cambiare velocità e cominciare a godere di una vita di livello superiore, una vita capace di crescere in se stessi includendo gli altri.
In fondo in fondo non sarebbe male entrare in un pronto soccorso, essere accolti con un sorriso, trovare dell'acqua fresca e non dei distributori automatici a moneta, trovare ambulatori che gestiscono le emergenze, altri che gestiscono le situazioni gravi ed altri che gestiscono quelli come me che non sarebbero voluti venire ma che alla fine non avevano scelta, che pero' non se la sentono di passare una giornata intera nella speranza che qualcuno si prenda cura di loro, anche se per piccole cose, un sorriso farebbe bene anche a loro.
Per chiudere invece la questione del tempo, si dice che il tempo e' denaro, io invece voglio dire che il tempo e' salute perché e' l'unica cosa che non ci verra' mai restituita, così il tempo e la sanità sono certamente più importanti e devono essere rispettati sempre in ogni modo, specialmente quando il sistema sanitario e' pagato da ognuno di noi con le tasse che versiamo per tutta la vita!
P.s.
E' uscita proprio ora una bambina con il braccio ingessato fresco, le lacrime agli occhi e la paura perciò che e' accaduto, se ci fosse stata una hostess ad accoglierla e prepararla sono certo che sarebbe uscita com il sorriso e che quel sorriso sarebbe diventato contagioso!
Chi mi conosce sa che evito di entrare in un ospedale o in un pronto soccorso, per prima ragione perché penso che ci siano sempre priorità piu' serie delle mie e per secondo mi sembra che tutto sia immobile, senza organizzazione e pertanto stressante, irresponsabile, scoraggiante per qualunque paziente che invece avrebbe bisogno di incontrare un ambiente sano, pulito, organizzato in grado di accoglierlo e farlo sentire in buone mani e protetto.
Naturalmente non sono stato smentito e così mi trovo ancora dopo un'ora e quarantacinque minuti seduto in una squallida sala di attesa senza conoscere nulla dei tempi, dei modi, delle possibili medicazioni che potrò ricevere, ma soprattutto senza aver ancora visto un medico.
Certo il codice bianco e' l'ultimo della fila, un po' come quando si va in aeroporto e si e' in lista d'attesa, si potrebbe partire oppure passare una giornata in aeroporto, così accade al pronto soccorso, pero', e non ho scelto a caso il paragone aeroportuale, c'e una sostanziale differenza, quella della valorizzazione del tempo.
Al pronto soccorso sembra che del tempo delle persone non importi nulla, non c'e accoglienza, non c'e cura per i pazienti e per le persone che sono in uno stato di confusione, di paura, di emergenza, sono lasciate su delle scomode sedie senza assistenza, senza cura per ore , abbandonati a se stessi. A me pare davvero una condizione inumana, una condizione che un paese che pensa di essere civile non sia in grado di affrontare ed organizzare in maniera moderna, in maniera civile un pronto soccorso.
In questi giorni leggendo spesso di Norvegia, dopo la strage del matto Breivik, mi sono reso conto che i media italiani si sono spesso soffermati sull'aspetto di grande civiltà ed organizzazione sociale della nazione scandinava sottolineando pero' in modo quasi di rivincita il fatto che fosse riservato a chi condannato alla galera dei privilegi elevati, un rispetto per la persona e la dignità di tutti partendo dai secondini arrivando ai carcerati.
Io sinceramente non lo trovo un fatto da rimarcare, anzi trovo che una nazione che ha raggiunto un tale livello di civiltà debba essere presa a modello, così come devono essere presi a modelli i sistemi ospedalieri e di pronto soccorso della Norvegia, nei quali il tempo, il rispetto, la centralita' dell'essere umano e' inviolabile.
Grazie alla Norvegia mi sento sinceramente degno di considerarmi un essere umano, felice di sapere che nel mondo ci sono delle civiltà che hanno compreso e realizzato la migliore condizione per vivere insieme, hanno realizzato la piena dignità dell'uomo creando così le migliori condizioni per poter realizzarsi al meglio, partendo tutti dalla medesima linea di partenza, sentendosi parte dell'insieme, lavorando per l'insieme realizzando se stessi.
A questo punto ritorno al nostro pronto soccorso e le ore sono diventate due e passa e nulla accade, non tanto per me che ho un problema davvero piccolo ma per le persone anziane che mi circondano e che hanno il viso sofferente e che nessuno e dico nessuno neppure rivolge la parola. Io credo che qualsiasi malattia e qualsiasi guarigione posso trarre giovamento da una condizione mentale ed emotiva di pienezza e di rilassamento, ma non trovo nulla che vada in questa direzione e sinceramente l'ospedale in cui mi trovo e' considerato uno dei migliori e più recenti di tutta la zona.
Ma cosa aspettiamo a cambiare velocità?
L'uomo e' fatto per essere meglio di quello che vedo intorno a me, e' fatto per crescere migliorare, evolvere, soprattutto e' fatto per realizzarsi insieme agli altri e non singolarmente, ma perché questo accada deve cambiare la sua posizione, deve alzarsi e guardare il mondo da un nuovo e più elevato punto di vista, deve iniziare ad arrampicarsi sulla montagna che e' la sua stessa vita, conoscendola, conquistandola tappa per tappa senza paura di mettersi in discussione, senza paura di lasciare vecchi schemi mentali, senza paura di accettare la novità che lo circonda, senza paura degli altri che sono intorno, senza paura di vivere con intensita', gioia, amore perché solo così potrà cambiare velocità e cominciare a godere di una vita di livello superiore, una vita capace di crescere in se stessi includendo gli altri.
In fondo in fondo non sarebbe male entrare in un pronto soccorso, essere accolti con un sorriso, trovare dell'acqua fresca e non dei distributori automatici a moneta, trovare ambulatori che gestiscono le emergenze, altri che gestiscono le situazioni gravi ed altri che gestiscono quelli come me che non sarebbero voluti venire ma che alla fine non avevano scelta, che pero' non se la sentono di passare una giornata intera nella speranza che qualcuno si prenda cura di loro, anche se per piccole cose, un sorriso farebbe bene anche a loro.
Per chiudere invece la questione del tempo, si dice che il tempo e' denaro, io invece voglio dire che il tempo e' salute perché e' l'unica cosa che non ci verra' mai restituita, così il tempo e la sanità sono certamente più importanti e devono essere rispettati sempre in ogni modo, specialmente quando il sistema sanitario e' pagato da ognuno di noi con le tasse che versiamo per tutta la vita!
P.s.
E' uscita proprio ora una bambina con il braccio ingessato fresco, le lacrime agli occhi e la paura perciò che e' accaduto, se ci fosse stata una hostess ad accoglierla e prepararla sono certo che sarebbe uscita com il sorriso e che quel sorriso sarebbe diventato contagioso!
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lunedì 1 agosto 2011
Ironia!
È autoironica perché coinvolge chi la fa ed è concettuale perché pone temi e problemi che concernono il rapporto dell'uomo col mondo, dove la realtà antropica si confronta con quella cosmica e solleva un problema relazionale uomo-mondo che interessa lo stesso esistere dell'uomo.
In senso freudiano l'ironia consiste nell'esprimere idee che violano la censura dei tabù. In alcuni casi consiste nel far intendere una cosa mediante una frase di senso esattamente opposto. Ne sono alcuni semplici esempi:
"Che bell'auto!" di fronte ad un catorcio
"Hai avuto proprio un'idea geniale!" nel caso in cui una decisione abbia avuto effetti disastrosi.
In effetti Freud ha dato al suo concetto di ironia uno spessore ben maggiore che la avvicina a quella filosofica.
Numerosissimi sono gli utilizzi a cui questa figura retorica e le sue derivazioni si prestano nel mondo della comicità e ancor più specificatamente nella satira.
Il termine generalmente viene associato inoltre al sarcasmo, presentando nella mentalità volgare significati affini se non proprio sinonimi. In realtà i due termini si differenziano molto tra loro.
A questi significati di ironia dove prevale l'elemento psicologico si affiancano quelli filosofici, che sono completamente differenti e semmai più vicini all'autoironia. Ma anche l'autoironia non è sempre la stessa. L'ironia di Socrate è un'autoironia finta, perché egli si finge ignorante per meglio mettere poi in difficoltà il dialogante, si caratterizza sempre per una messa in discussione di ciò che si è o si può essere.
L'ironia socratica consiste storicamente nella pretesa del filosofo Socrate di mostrarsi ignorante in merito ad ogni questione da affrontare, ciò che costringe l'interlocutore a giustificare fin nei minimi dettagli la propria posizione (il che lo conduce sovente a rilevarne l'infondatezza ed il carattere di mera opinione). Ciò coerentemente con il metodo socratico, che conduce l'interlocutore a trovare da solo le risposte alle proprie domande piuttosto che affidarsi ad una autorità intellettuale in grado di offrire risposte preconfezionate.
La parola greca "eirōneía" si riferisce appunto ad una tale dissimulazione, che Socrate eleva a metodo dialettico. Essa implica l'assunzione di una posizione scettica, un atteggiamento di rifiuto del dogma e di ogni convinzione che non basi la sua validità sulla ragione.
Dopo queste erudite citazioni, vi spiego cosa mi e' venuto in mente in questi giorni, visto che l'ironia mi sembra ormai soltanto utilizzata da comici e artisti che provano a sensibilizzare la situazione attuale del mondo.
Ho provato varie volte nella mia vita ad affrontare le situazioni con uno spirito autoironico per riuscire a compensare la pressione che saliva e che mi portava ad affermare cose assolutamente non veritiere.
Pochi giorni fa ho avuto un piccolo incidente ciclistico, insomma per riuscire a rientrare a casa ho sbattuto sul marciapiede e con le gomme bagnate sono scivolato in aria e caduto pesantemente su me stesso; naturalmente avrei potuto infuriarmi visto che sul passaggio pedonale dove era possibile l'accesso avevano parcheggiato un auto, ma in realta' una volta a terra dolorante ho preferito pensare al fatto che non mi ero rotto nulla e che a parte a qualche livido non avrei avuto altre conseguenze. A questo punto ho iniziato a ridere e fare dell'autoironia sulle condizioni che mi hanno portato alla caduta, alleggerendo moltissimo la rabbia che sarebbe potuta montare, tra l'altro con tutte le ragioni.
Penso davvero che un modo per affrontare la vita ogni giorno sia quella di prendere le cose con leggerezza ed ironia, che non significa superficialita' ma significa essere capace di mettersi in discussione in ogni situazione per riuscire a creare una distanza che l'ironia e l'autoironia permette. La distanza e' l'antidoto straordinario alle pressioni della vita quotidiana, alla capacità di dare una risposta sensata e non meccanica a cio' che ci accade.
In definitiva l'ironia permette il ditacco dalle cose, permette una distanza, un punto di osservazione della situazioni piu' ampio ed elevato che di conseguenza determina una risposta adeguata.
A questo punto mi collego all'amato Socrate, all'ironia socratica che mirava sempre e comunque allo sviluppo di distanza, di distacco e determinazione da cio' che pensiamo di sapere e cio' che realmente sappiamo, che e' cio' che abbiamo sperimentato, vissuto e compreso grazie all'esperienza.
Credo sinceramente che cio' che manca alla nostra civiltà contemporanea e' la consapevolezza che noi non siamo nulla, non conosciamo nulla, e realizzando il nostro stato di ignoranza possiamo avviarci al processo di conoscenza e comprensione di noi stessi e di cio' che ci ha formato, per poter mettere distacco, distanza e comprendere chi siamo realmente e cosa possiamo divenire.
La cosa piu' curiosa e' che tutto questo puo' avvenire con grande semplicita', partendo dall'ironia, dall'autoironia nella speranza di incontrare poi qualcuno che come Socrate sia capace di farci le giuste domande in grado di innescare un meccanismo di autoanalisi capace di metterci in discussione.
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