mercoledì 31 agosto 2011

Resistere!!!



Contrastare, durare, lottare, opporsi, ostinarsi, perseverare, reagire, respingere, rimanere, stare saldo... sono tutti sinonimi del verbo resistere!

La riflessione di oggi e' qualche cosa che mi porto dentro da anni, e' un pensiero, un'emozione, un'azione che provo a mettere in pratica ogni qualvolta ricevo una sollecitazione forte che mi colpisce profondamente e che mi porta di scatto a reagire in modo sconclusionato, meccanico, disordinato ma soprattutto disorientato. Mi spiego meglio, pensando che sia capitato anche a voi di aver ricevuto uno schiaffo, sia fisico che metaforico e che da dentro sia partita una folata di calore seguita da rabbia, poca lucidità, sorpresa, e che questo stato abbia dominato totlamente la vostra ragione, emozione, azione, innescando il desiderio di usare la bocca, quando va bene, come mitra carico di parole, emozioni negative, impropreri, quando va male invece, usando le mani per restituire cio' che abbiamo ricevuto; ecco in questo stato di alterazione il soddisfacimento dura solo pochi istanti e viene seguito poi da uno stato di stanchezza, rimorso, senso di colpa per non essere riusciti a resistere alle provocazioni o alla aggressione.

Ho immaginato così una vita nuova basata sulla resistenza alle provocazioni, basata sul contenimento dell'aggressivita', basata sul movimento rapido per non essere colpiti da questi sentimenti che prendono il possesso della parte bassa della nostra macchina umana, che prendono il controllo dell'area istintiva che desidera difendere il territorio invaso, un po' come quando vi avvicinate ad un cancello di una villetta e un cane viene contro iniziando ad abbaiare.

Ho cosi' scoperto provando e riprovando, che resistere non e' abbastanza, che resistere e' solo il primo passo per la creazione di quel nuovo stato che permette di muoversi liberamente fuori dalla gabbia della rabbia (non a caso sono in rima), che devono seguire altri momenti fondamentali per potersi liberare, se non completamente ma almeno in maniera decisiva; occorre subito dopo aver praticato la resistenza, arrendersi ed accettare che in noi esiste anche una parte che fatica ad assoggettarsi alla resistenza perche' non ne capisce la ragione; qui subentra un terzo fattore straordinariamente utile che e' il distacco dalla situazione che stiamo vivendo, come se cio' che accade non accadesse in noi ma stessimo assistendo ad un film della nostra vita, questo permette di avere un punto di vista superiore, possiamo quindi guardarci in quell'istante nella situazione, guardare i due antagonisti e decidere dopo qualche secondo (ideale sarebbero almeno dodici, quindici secondi) quanta distanza mettere tra noi e cio' che ci sta scatenando la reazione automatica, meccanica (normalmente tra l'altro sempre la stessa!).
Infine, definita la distanza, si apre dentro di noi uno spazio, che corrisponde anche ad un tempo molto ampio, una sensazione di liberta' assoluta, la liberta' di non essere dominato da nulla ma di poter dominare ogni manifestazione del nostro essere, ed e' a questo punto in questo spazio di silenzio e liberta' assoluto che possiamo determinare la miglior risposta possibile alla sollecitazione che e' ormai neutralizzata e quindi innocua nei nostri confronti; un altro prodigio e' che scopriremo che possiamo scegliere tra varie risposte, come se dentro di noi si creassero nuovi percorsi mentali, emotivi e di azione, che non sono piu' esclusive alla difesa del territorio (cane dentro il cancello) ma sono creative e variegate, frutto di un piu' alto utilizzo della nostra mente, un utilizzo finalizzato all'evoluzione e non semplicemente alla conservazione.

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