martedì 25 ottobre 2011

Un altro giorno sulla terra!



E' arrivato un altro giorno sulla terra e noi siamo nuovamente travolti dagli eventi, piccoli, medi, grandi!
Stamattina mi sono svegliato con la radiosveglia, un tg radiofonico annuncia le ultime notizie ed io ancora steso nel mio letto resto immobile, i pensieri si collegano a cio' che sta accadendo fuori nel mondo e in me si produce un irrigidimento, collegato ad un pensiero incontrollato quello di non alzarmi, ma non oggi, non domani, di non alzarmi mai piu'!! E' stata una sensazione raggelante, interiore, profonda, come se fossi una antenna che riceve non solo notizie ma sentimenti, pensieri, emozioni che sono nell'aria e che non fosse piu' capace di organizzarle, di comprenderle, di ragionarle, di metabolizzarle e contenerle, quella serie di notizie così differenti, così appiattite dall'orizzontalità della vita mi hanno ricordato che vivere e' una cosa meravigliosa ma nello stesso tempo necessità di capacità di proteggersi, di cautelarsi dall'intrusione continua di cose che non sono affatto necessarie alla nostra vita ne' tanto meno alla nostra sopravvivenza.

- E' atterrato l'aereo con la salma di Marco Simoncelli!

- La Francia e la Germania si scusano per il fraintendimento riguardo alle risate rivolte all'Italia!

- Un terremoto terribile ha devastato la Turchia!

- Una giovane ragazza violentata nel ricco nord-est !

- Ad Avetrana ci sono dodici indagati e nessun colpevole!

- Oggi riprende il campionato di serie A con gli anticipi!

- Berlusconi all'Europa dice che nessuno puo' darci lezioni!

- Il Consiglio dei Ministri straordinario non ha prodotto risultati!

- Il Vaticano e' piu' lucido di Wall Street e detta l'agenda per uscire dalla crisi!

- Gheddafi e' stato ucciso da un solo colpo alla testa!

- Marchionne e' anti-italiano e ha investito solo 2 miliardi di euro in Italia anziche' 20 miliardi di euro!

- Processo Mills sospesi i termini di prescrizione!

Mi sono chiesto allora appena ho ritrovato la forza per muovermi e un po' di distanza da tutto, perche' e' cosi' importante e necessario conoscere in ogni istante cosa accade nel mondo?
Perche' e' così morbosamente necessario entrare nella vita degli altri e scavarla fino a metterla alla merce' di tutti?
Perche' e' cosi' centrale sapere costantemente che siamo in crisi?

Io non credo piu' si tratti di diritto di cronaca, di giornalismo giusto, di liberta' di informazione, io credo che sia ormai uno strumento ben collaudato per creare delle ansie, delle paure, delle aspettative, che siano manipolazioni necessarie e muovere l'opinione pubblica, per spingere le persone che passivamente ascoltano la radio, la televisione, leggono giornali a sentirsi incapaci, frustrati, vulnerabili, quindi piu' facilmente manovrabili e orientabili consumatori di programmi televisivi, di programmi radiofonici, di riviste, di giornali. Non credo di dire una eresia con queste mie parole, anzi credo di dire una cosa banale, logica, ma sentirla dentro, sentirla nel cuore come l'ho sentita stamattina e' davvero un'altra cosa, molte cose razionalmente le conosciamo ma quando penetrano nella carne allora il fatto diventa davvero devastante ed io non ho alcuna intenzione di farmi devastare dalla paura, dall'ansia, dal consumo compulsivo per colmare quel senso di inquietudine di inadeguatezza che serpeggia nella vita di tutti noi.

Per rispondere a tutto questo ho bisogno di respirare, ho bisogno di mettere una distanza, ho bisogno di liberare le mie migliori qualità, ho bisogno di trasformare la parola bisogno in desidero respirare, desidero avere una distanza, desidero usare le mie migliori risorse.

Il bisogno e' esattamente cio' che cercano di farci sentire, il bisogno di tutto, di ogni cosa, naturalmente ogni cosa materiale, il desiderio invece parte da dentro, e' intimo, si manifesta come una esisgenza di crescita interiore, ri ricerca spirituale per rispondere a quella domanda impellente: "la vita puo' essere tutta qui?"
Naturalmente non ce l'ho con nessuno in particolare, quando scrivo "che cercano di farci sentire" intendo che il mondo che viviamo oggi produce questa sensazione e quindi non possiamo far altro che rendercene conto per trasformare il bisogno in desiderio, il desiderio in passione, la passione in valore, il valore in orientamento, l'orientamento in destino.

Sono passaggi semplici che descrivo ora anche a me stesso, ma sono cruciali, sono cosi' importanti che possono davvero far la differenza nella nostra esistenza permettendoci di vivere una vita di senso piuttosto che una vita alla deriva, una vita guidata dalle onde, dalle correnti, dai venti.

L'orientamento presuppone per sua natura che ognuno di noi sappia da dove parte e sappia dove vuole arrivare, in quello spazio tra la partenza, la nascita, e la destinazione, la morte noi possiamo onorare noi stessi i nostri talenti, i nostri desideri per dare un senso alla nostra vita, superando cosi' il bisogno che invece ci manda alla deriva e non solo non ci onora, ma ci fa approdare da naufraghi al momento piu' importante e straordinario della nostra vita, la morte!

Tutto questo grazie ad un banale tg radiofonico... allora e' proprio vero che tutto e' utile quando abbiamo orientamento!

Ora sorrido, sorrido... sorrido!


lunedì 24 ottobre 2011

Ciao Marco, ciao!



Non mi piace di solito seguire gli eventi di cronaca quotidiana, commentarli, dare una mia opinione, mi piace spaziare respirando l'aria, ascoltando le cosa che mi affiorano e risuonano senza un ordine prestabilito, ma oggi e' diverso, oggi quella tragedia che ha colpito Marco Simoncelli non riesce ad uscirmi dai pensieri.
Io di mia natura sono ancora incapace di dare un senso alla morte, sono attaccato alla vita, sono attaccato alle persone, agli oggetti, alla storie, sono costretto in questa ragnatela di sentimenti che spesso non mi fanno godere del momento presente, non mi fanno godere dell'ora proprio perche' preoccupato dalla separazione. Quindi capirete che la morte di un ragazzo cosi' giovane e' certamente sconvolgente, e' praticamente senza spiegazione, senza appello, nella sua assolutezza da lasciarmi sgomento.

La notizia che ho sentito ieri non riesce a uscire, non trova una via di uscita dalla mia scatola di pensieri ed emozioni, mi sta mettendo di fronte alle mie paure, mi sta mettendo di fronte all'urgenza di dare risposta alla mia vita, di arrivare a dare un senso all'esistenza perche' la morte non mi colga nell'infelicità.

Certamente questo pensiero mi riporta alla vita di Marco Simoncelli, di questo ragazzino spericolato che ha trovato il senso della sua esistenza nelle moto, nelle corse, diventando un pilota straordinario, ma ancora di piu' diventando un ragazzo straordinario proprio perche' anche se in pochi anni ha reso la sua esistenza la migliore che poteva desiderare, facendo quello per cui e' nato, dando voce al suo talento, alla sua essenza, vivendo la sua vita nella gioia e nella felicità. In questa ottica allora una vita non la si puo' ritenere sprecata, non la si puo' ritenere perduta, chiunque trova e nobilita se stesso, in qualunque momento puo' venire colto dalla morte e' non lo trovera' impreparato, non avra' rimpianti ne'rimorsi, perche' ha espresso il suo miglior se', il miglior se' non guarda l'eta' ma guarda lo sviluppo del proprio talento e della propria essenza, tu caro Marco hai fatto moltissimo in un tempo brevissimo e per questo moltissimo ti sara' dato!

E' quindi a questo che tutti dobbiamo appellarci nella nostra esistenza, di non rimandare neppure di un'ora la comprensione di cio' che ci fa felice, di cio' che ci permette di esprimere in nostro migliore se', di non sprecare la nostra vita in faccende marginali, di contorno ma di andare dritto alla domanda, "Io chi sono veramente, e che cosa desidero veramente dalla mia esistenza?" e di impegnarci a dare una risposta, forse piu' di una risposta, forse risposte diverse nell'arco di una vita.

Io credo che Marco se la sia fatta molte volte questa domanda ma anche se la fosse fatta una sola volta, ha cercato e trovato la risposta in maniera sincera e diretta, dando a se stesso la possibilità di realizzarsi, cosi' in pochi anni con una carriera meravigliosa, fatta di vittorie, di sconfitte, di cadute, di speranze, di amore, di ispirazione, e' entrato nella vita di ognuno di noi, donandoci con la sua morte un momento di profondissima riflessione, quel sacro momento che ci si apre quando perdiamo una cosa importante, dimostrandoci con la sua gioia e serenità che la vita e' bellissima e deve essere vissuta alla ricerca di noi stessi per trovare quello spazio di pace che e' fondamentale ogni giorno della nostra vita per poterci essere, per poterci dire: "Io sono felice e so cosa desidero realizzare nella mia vita e ogni giorno mi impegno per farlo!"

Ciao Marco, ciao e grazie per tutto!

martedì 18 ottobre 2011

Tutto e' lecito! Non tutto e' utile!




In questi ultimi giorni, non solo, in queste ultime settimane, in questi ultimi mesi sento piu' che mai la pressione degli eventi che accadono. Non si tratta di cose vicine o lontane, si tratta di energia che sprigionano le persone, l''energia che piu' si percepisce e' quella di violenza, di recriminazione, di insodisfazione, di paura, questa energia che viene messa nell'aria da ognuno di noi si percepisce, si accumula spesso piu' intensamente nelle citta' perche' la concentrazione di umanita' e' molto piu' alta che nelle aree rurali o provinciali, ma quando anche le citta' ne sono sature si comincia a sentire anche negli angoli che fino a poco prima erano considerati meno inquinati.

Quello che emaniamo e' qualcosa di concreto, quello che diciamo a noi stessi e' qualche cosa di concreto, quello che diciamo agli altri e' qualche cosa di concreto che si materializza anche se non ce ne rendiamo conto, si materializza con azioni, si materializza con manifestazioni, si materializza conclamando la condizione umana.

La condizione umana che stiamo manifestando in Italia, in Europa e' una condizione di bisogno, di smarrimento, di incapacità, di frustrazione, di disorientamento ad ogni livello, per i politici, che pensano di avere la ricetta perche' hanno gia' affrontato molte volte delle situazioni critiche, per i piu' giovani ed indignati perche' sentono di avere la forza di poter rispondere in maniera adeguata alle domande del momento storico, ma si scontrano con una societa burocratizzata nella quale il movimento e' pressoche' nullo, una politica vecchia e stanca con poche idee e ferma ad un mondo vecchio incapace di rinnovamento, per gli imprenditori che vorrebbero essere sostenuti nel loro impegno a creare occupazione che perdono la testa e si sentono di scendere in politica per colmare il gap, ma che non hanno alcuna idea di cosa voglia dire fare politica. Poi ci sono tutti gli altri che ormai non contano piu' un cazzo, intendo dire i precari, gli studenti chiusi in atenei pieni di vecchi professori che pensano che l'eccellenza sia una negazione della uguaglianza, i pensionati d'oro che se ne fregano letteralmente di cio' che accade, i pensionati pezzenti che non hanno nemmeno voce per essere ascoltati, gli impiegati che per mantenere un livello minimo si presentano alle cene della Caritas e di altre opere perche' hanno difficolta' ad arrivare a fine mese, ci sono molte altre categorie in difficolta' ma non continuo la lista...

In questo clima di continua negazione, chi ne fa le spese non sono solo le nuove generazioni che si vedono cancellate il proprio futuro, si vedono senza un lavoro, senza una pensione, senza banche che affidino loro del denaro per le loro migliori idee, senza investimenti sulla banda larga che potrebbe essere un bacino straordinario per creare occupazione e lavoro, il mondo di internet e delle nuove tecnologie, ma anche quelle categorie che sembravano intoccabili, il ceto medio che ormai non e' piu' molto medio ma si avvicina al basso in modo preoccupante, facendo crescere il divario tra chi ha denaro e chi non lo ha proprio, insomma si sta accentuando la differenza e la classe media non riesce piu' a fare da cuscinetto sociale, intanto il debito pubblico aumenta, l'economia si ferma, anzi regredisce, il mondo fuori dall'Europa continua la sua marcia, e gli europei invece si scontrano su chi deve o non deve pagare i debiti delle banche europee contratti con gli investimenti nei subprime americani di tre anni fa e nei debiti sovrani della Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna, Italia, Francia.
Siccome i debiti delle banche li pagano gli stati, vuol dire che i debiti delle banche li paghiamo noi cittadini con le nostre tasse, questi poi vanno ad incrementatare l'indebitamento pubblico degli stati, l'Italia ha un debito che non riusciamo neppure a pronunciare da quanto e' enorme, l'economia e' in stallo e chi ha volato almeno una volta sa che un aereo in stallo da un momento all'altro cade nel vuoto inesorabilmente e continuano a concentrarsi sulle cose che non sono centrali.

Io personalmente non ne posso piu' di sentire parlare, tutti parlano, tutti saprebbero come uscirne, ma nessuno riesce a muovere nemmeno una penna, mi sembra di sentire i commenti delle regate di Luna Rossa alla Coppa America dove tutti sapevano come fare meglio di De Angelis, allora perche' non cominciamo a fare silenzio, a superare le nostre divisioni prima di tutto interne, a superare simpatie e antipatie, a superare giusto e sbagliato e e proviamo a rifarci tutti alla frase di San Paolo: "Tutto è lecito! Ma non tutto è utile! Tutto è lecito!. Ma non tutto edifica. Nessuno cerchi l`utile proprio, ma quello altrui!" iniziando un percorso che porti alla costruzione di un bene comune condiviso.
Chi non riesce a fare il passo per superare queste distinzioni si deve mettere da parte, deve essere capace di un atto di responsabilita' altissima consegnado se stesso al giudizio del popolo, ma non mi sto riferendo a Berlusconi o Bossi che sono oggi al Governo, mi sto riferendo a tutte quelle figure che da dieci, venti, trenta anni siedono i banchi del parlamento e non sono stati capaci che di mosse di poco conto e che oggi pero' chiedono di poter andare alla guida.

Ci vuole una costituente che sia rappresentativa del popolo, che abbia la delega del popolo, il parlamento oggi e' fatto di persone che non sono piu' in contatto con il popolo, ci vogliono degni rappresentanti, di ogni categoria, e iniziando nel silenzio a riformare, a svecchiare, a parlare meno delle cose superficiali, impegnandosi per tutti e non per una parte, celebrando quell'unita' che ha permesso ad ogni nazione europea inclusa l'Italia di progredire, smettiamola di mortificarci, i giornali, la tv, i media tutti smettano di mortificare, attaccare, offendere, svilire e facciamo un lavoro di conciliazione perche' l'energia che oggi e' distruttiva si trasformi in creativa, che ognuno di noi si senta partecipe di questo momento di straordinaria importanza storica e si senta di poter contribuire, non di maledire in continuazione, non di immettere nell'aria il dolore, la rabbia, la sofferenza che crea in ogni individuo uno stato d'ansia che incolmabile, uno stato che genera rabbia e porta alla distruzione.
Noi tutti dobbiamo costruire, dobbiamo muoverci verso il sole, dobbiamo andare verso la luce e la pace, facendo un paragone calcistico, la Coppa del Mondo 2006 e' stata vinta perche' il gruppo si e' sentito sostenuto da una nazione, e' stato capace di superare scogli che sembravano incolmabili, noi tutti possiamo dare il meglio di noi non il peggio di noi, se si sentiamo tutti coinvolti e credetemi non c'e' momento storico che piu' di questo nostro tempo per dimostrare quanto siamo in grado di dare alla nostra vita, partendo dall'energia che emaniamo ogni istante.

giovedì 13 ottobre 2011

Stay hungry stay foolish!!!




Non faccio a meno di notare che nel mondo in cui mi e' capitato di vivere non siamo piu' capaci di fare le cose con passione.
So che il post di oggi fara' arrabbiare molte persone, mi scuso fin da ora per tutti coloro che si sentiranno offesi, non sto scrivendo per loro ma sto scrivendo per tutti gli altri.

Stiamo vivendo un cambiamento davvero epocale che la mia generazione, quella di mezzo, quella che e' passata dalla carta al digitale in un tempo brevissimo e si e' dovuta inventare senza aver alcuna formazione scolastica,(i nati dal 1966 al 1976 circa), il cambiamento e' nella maniera in cui si pensano, si immaginano e infine si fanno le cose; si tratta di passione, si tratta di amore!

Molti anni fa quando ho cominciato a lavorare mi era stato suggerito di iscrivermi alla associazione di categoria, una sorta di sindacato per tutti coloro che si affacciavano al mondo del lavoro, cosi' ho fatto e ci sono rimasto per molti anni, in maniera meccanica, non mi interessava particolarmente la loro attività anche se certamente si battevano anche per i miei diritti.
Poi dopo dieci anni ho cambiato completamente posizione, ho cambiato attività e ho continuato con gli studi prima di inserirmi in un nuovo ambiente lavorativo, un ambiente fatto di creatività e di libertà da certi schemi e meccanismi.

Mi rendo conto oggi che ho vissuto il passaggio come una liberazione, ho iniziato a fare le cose con amore, con la passione.
Ho iniziato a lavorare per hobby, superando completamente il bisogno di corporativismo, di associazionismo che per me fa rima con fancazzismo e rincoglionitimismo. Non amo le associazioni di categoria, non fanno bene ne' a chi le porta avanti e ci lavora ne' a chi vi e' iscritto, sono soltanto dei giardinetti nei quali giocano sempre e solo le stesse persone, che difendono solo dei privilegi acquisiti negli anni, distruggendo cosi' il mercato, chiudendo le porte alle nuove generazioni. L'Italia di fatto e' ferma all'angolo proprio per via di queste simpatiche associazioni, dai notai, agli avvocati, ai giornalisti, ai politici, agli artigiani, ai sindacati e potrei continuare ma questo mi porterebbe lontano da cio' che ho in mente oggi, ma ci torno nei prossimi giorni, lo prometto.

Ritorno però al nostro tema, difficile da spiegare ma cio' che piu' di tutto catalizza la nostra passione, la nostra creatività, il nostro coraggio non e' l'attività professionale quotidiana ma cio' che facciamo come hobby. L'hobby tira fuori il nostro meglio, scava nell'anima e ci permette di essere liberi dal risultato economico finale del nostro sforzo, ci permette quindi di spaziare, di immaginare, di creare, di volare alto, lontano dai meccanismi retributivi che non solo distruggono la creatività ma arrivano ad annientare addirittura la nostra capacità di sognare, un hobby invece e' collegato indissolubilmente con il nostro talento, questo e' innegabile.

La mia personale cartina tornasole e' quanto amore e quanta passione metto nelle cose che faccio ogni giorno e se mi lamento per piu' di una settimana o non riesco a liberare la mente e mi sto sbilanciando troppo verso la professione, verso cioe' la preoccupazione di avere la certezza e concretezza di uno stipendio, allora e' il momento di fermare tutto di guardare con attenzione.

Dobbiamo lavorare per hobby, usare la stessa passione che abbiamo per il nostro hobby, dimenticare la gabbia del risultato economico, liberare le nostre migliori conoscenze e risorse interiori, farsi dominare dalla passione dall'immaginazione, sognare e mantenere caldo dentro di noi il sogno per poterlo concretizzare e proteggere, tenendo fuori quelle voci che definiscono il successo come il risultato economico e numerico, non lasciarsi distrarre dalla gratificazione, dalla fama, la passione lavora in silenzio e non chiede nulla, solo di essere espressa. Esprimete il vostro meglio, lasciate che sia il cuore a pompare energia e a stabilire la strada da imboccare, la passione vi tormenterà, vi darà gioia, vi farà disperare, vi fara' ridere, vi farà stare svegli la notte, vi toglierà le forze, vi donerà la vita, vi farà sentire sempre nel posto giusto al momento giusto e vi farà sentire pieni di vita, innamorati della vita, grati alla vita, addirittura vi farà sentire belli!

La bellezza viene dall'espressione migliore di noi stessi e dall'appagamento che abbiamo nella nostra vita rispetto a cio' che abbiamo sognato da bambini. Piu' siamo lontani dal sogno che avevamo da piccoli, piu' siamo deboli e in balia della vita, piu' siamo prossimi al sogno che avevamo da bambini piu' siamo guidati, sostenuti, nutriti dalla passione, dall'amore del fare, l'amore del fare vi farà fare cose folli senza paura di fallire ma con il cuore aperto alle esperienze, vi affamerà di vita, di desiderio di vivere sempre con piu' intensità e coinvolgimento e cosi' si onorerà la nostra esistenza, cosi' saremo sempre nel flusso della gioia.

martedì 11 ottobre 2011

Pura Vita!




Solitamente mi metto a scrivere durante le pause della giornata, oggi pero' ho pensato che potesse essere interessante prendermi il tempo nella calma serale, pre-notturna.
Il silenzio che mi circonda permette alla mia riflessione di spaziare senza particolari distrazioni, rimanendo in quello spazio che definirei vuoto.
Per riflettere e' fondamentale riuscire a produrre uno spazio nel quale poter riversare tutte le associazioni mentali, tutti i pensieri, tutte le emozioni che si intersecano, e' una pratica che mi riesce raramente, ma quando accade e' prodigiosa perche' collega concetti e li trasforma rendendoli simili ad un atto creativo.
Mantenendo uno spazio dentro di me per poter interagire con la vita, con le cose, con la gente mi sento costantemente in quel reame di possibilità e creatività', un luogo, uno spazio, un tempo differente dal quotidiano.

L'esplorazione di quello spazio, l’esplorazione del vuoto mi affascina.
Viviamo immersi nello spazio vuoto, viviamo su una palla rocciosa che e' immersa nel vuoto.

Lo stesso pianeta terra e' la manifestazione del vuoto; provate ad immaginare ogni cosa piena, di conseguenza percepirete il vuoto che ci circonda.
Il vuoto e’ uno stato straordinario dell’essere che permette di andare all’essenza della vita, e’ un cappotto, e’ un costume, e’ una macchina, e’ un ipod, e’ un paio di sneakers, e’ una meditazione, e’ surfare, e’ amare, e’ abbracciare, e’ baciare, e’ incontrare, e’ godere, e’ l’armonia, e’ la pace. Il vuoto e’ il miracolo della vita dove noi siamo, siamo quello che siamo senza giudizio, senza paura, senza tempo, e’ la condizione nella quale possiamo manifestarci al nostro meglio, nessun errore, nessun pericolo, nessuna aspettativa, pura vita senza competizione ma solo ascolto, ricerca, condivisione, armonia.
Essere nel vuoto e’ come essere al centro di una sfera, un luogo nel quale siamo equidistanti dalla superficie delle cose, immersi nel vuoto, nel silenzio, nel qui ed ora.

Questo stato di cose non puo’ capitarci in maniera casuale, dobbiamo adoperarci, dobbiamo desiderarlo, dobbiamo dedicarci del tempo, del coraggio, dell’energia, del tempo ma il dono che riceviamo in cambio e’ di un valore inestimabile.

L’incontro con se stessi all’interno della natura in relazione con il creato e’ uno stato di estasi, e’ cio’ che ogni essere umano desidera profondamente anche se non se ne rende conto, e’ cio’ che darebbe un senso alla sua esistenza, la relazione tra noi e il tutto vissuta in uno spazio vuoto, senza ieri, senza domani, senza possesso, senza bramosia e’ in grado di aprire la porta ad una illuminazione.

Per realizzare tale stato dobbiamo trovare innanzitutto cio’ che ci appassiona, cio’ che ci fa muovere dal torpore quotidiano, dalla pigrizia, poi dobbiamo buttarci, si buttarci alla ricerca del vuoto come un paracadutista, come un free climber, come un canyoner, come uno sciatore estremo, non dobbiamo avere paura del vuoto, non dobbiamo temere il vuoto, dobbiamo solo incontrarlo, conoscerlo, viverlo, ricercarlo per conoscerlo meglio, per superarlo, per rispettarlo.

Io personalmente ho trovato sulla mia strada qualche cosa che mi ha portato a questo incontro, qualche cosa che mi ha svelato delle mie potenzialità, che ha illuminato una parte di me che era nascosta, ci sto entrando piano piano per andare in profondità, voglio incontrarmi e voglio incontrare la natura ad un livello ancora piu’ profondo, piu’ maturo, piu’ soddisfacente ed e’ per questo che molte cose si sono aggiustate, molti frammenti in me si sono riunificati e mi sento bene, mi sento sereno, mi sento felice, mi sento sempre piu’ spesso nel vuoto, nel silenzio, in armonia con tutto.

Forse questo stato di cui sto parlando non e' una costante nella mia vita, ma certamente e' un auspicio, un augurio, una promessa che faccio a me stesso, me lo devo, la vita e' troppo importante, preziosa per viverla in un altro luogo che non sia il vuoto.

mercoledì 5 ottobre 2011

Into the Wild ...




Non e' una novita' quello di cui desidero parlare oggi, ma certamente e' un momento centrale nell'esistenza di ogni essere umano. Fino a che punto dobbiamo farci condizionare dall'acquisto, dalla novità?
Fino a che punto la tecnologia puo' supportarci e quale invece il punto di non ritorno? Ma piu' in generale quando una cosa e' da cambiare?

In questi ultimi anni ho potuto riflettere con attenzione e distanza sull'idea di accumulo, sull'idea di utilizzo ed ottimizzazione. La riflessione che appare molto semplice, quasi logica invece ad un occhio attento diviene profonda ed impegnativa. Siamo immersi in un sistema economico che spinge costantemente al bisogno di acquistare, al bisogno di sentirsi gratificati dall'oggetto, dal bisogno di acquisire un posizionamento sociale, dal bisogno di mettere a tacere le nostre piu profonde paure, quel senso di vuoto che il marketing ha ben identificato e che le aziende cavalcano ormai con grande attenzione.

Tutto questo non ha nulla di delittuoso in sè, il marketing produce lavoro, lavoro produce oggetti e pil, il pil produce una spinta continua alla ricerca di nuovi mercati etc. etc. il delitto piu' grande lo facciamo noi stessi su noi stessi non riuscendo a comprendere profondamente i nostri bisogni e trasformarli in aspirazioni che siano trascendenti dal puro materialismo e rimandendo perciò in balia della continua insoddisfazione che innesca quel meccanismo perverso che ci porta ad inseguire costantemente le novità per poterci affermare, incapaci di godere di cio' che abbiamo, incapaci di godere del momento in cui lo abbiamo, incapaci di prepararci al momento in cui non avremo più!

Questo vale per gli oggetti, ma anche per le persone, ma anche per la natura, insomma viviamo all'inseguimento di qualche cosa che non raggiungeremo mai, almeno non in questa maniera.
La felicità, che noi tutti inseguiamo e sognamo si puo' manifestare soltanto nella liberta' assoluta dalla materia e dal possesso, dal non accumulo; faccio un esempio pratico, quante volte avete anche voi fatto le pulizie e dato ai bisognosi molti abiti, scarpe, oggetti che non usavate piu' e che occupavano solo spazio, quanto vi siete sentiti bene? Io l'ho fatto decine di volte ed ogni volta e' stata una rivoluzione, una nuova vita.

Arriviamo al dunque, dunque ! (girino di parole)
La riflessione e' scoppiata ieri sera alla notizia del lancio dell'IPhone 5 da oggi denominato IPhone 4S. Mi piacciono moltissimi gli oggetti della Apple, mi piace il design, lo stile, la ricerca, l'innovazione ma c'era proprio cosi' bisogno di lanciare uno smartphone che ha solo delle migliorie e farne un caso mondiale? Io dico di no, o meglio dico che per me non ce n'era bisogno, ma la necessita' di mantenere quote di mercato in concorrenza con gli altri colossi ha costretto anche Apple a scendere sul mercato con un oggetto praticamente inutile, un oggetto che non lascera' il segno, ma semplicemente manterra' la quota di mercato che nei budget stimati di Apple doveva essere coperta.

Da qualche tempo direi qualche anno, io amo i miei oggetti usurati, amo il mio vecchio IPhone con la crepa ma che ancora funziona alla grande, amo il mio Mac ammaccato sull'angolo, amo la mia felpa grigia acquistata ormai dodici anni fa a New York, amo le mie scarpe da jogging un po' sfondate e scolorite ma che non mi fanno venire le vesciche neppure dopo dodici chilometri di corsa, amo il mio pullover di cashmere che mi ha dato mio papa che ha ereditato da mio nonno, amo i miei jeans con i buchi, amo le mie camice con il colletto consumato, amo la mia bicicletta che mi e' stata regalata da un amico caro perche' non la usava piu', amo i miei asciugamani lisi ma che sono come un abbraccio morbido, amo le mie scarpe di cuoio che hanno rughe di vecchiaia bellissime, amo la mia cintura consumata dal tempo e dall'attrito con i jeans, amo le mie t-shirt con i buchi e la scritta dei Los Angeles Lakers campioni del 1987, amo le mie new balance grigie con la suola liscia, amo il mio cappotto che nonostante gli anni mi fa sempre elegante, e potrei continuare per ore con la lista.

Ci vuole tempo per innamorarsi delle cose, ci vuole tempo perche' diventino parte di noi e ci rappresentino al meglio, ci vuole tempo perche' le cose si possano buttare, ed io amo il tempo sulle cose che amo, cosi' come amo il mio viso con le rughe e con lo sguardo di chi di vita ne ha gia' conosciuta parecchia. Il tempo, l'uso, la frequentazione ci fa innamorare delle cose e delle persone, io sono stanco degli innamoramenti, delle sole novità, io voglio andare in profondita' e non in orizzontalita', voglio usare le cose e voglio che le cose usino me, non voglio nulla di nuovo se non perche' c'e' uno spazio vero lasciato dal vecchio usurato.

Vi auguro allora di innamorarvi sempre di piu' di voi stessi, sempre di più delle cose che vi piacciono e che avete con voi, amatele e consumatele, il tempo e' la cosa piu' straordinaria che possiamo conoscere, ci permette se lo comprendiamo di dare senso alla nostra vita, di dare senso alle nostre azioni, di dare profondita' e senso alla nostra vita, perche' in fondo e' l'unica cosa che conta veramente.

Buttiamoci nella vita allora come Into the Wild senza paura di dire basta al consumo sfrenato ritrovando quel senso meraviglioso di appartenenza alla terra, alla natura, scopriremo di non aver bisogno poi di tanto...

Chiudo con le parole di un pezzo dal titolo Society di Eddie Vedder, brano inserito nel film Into the Wild di Sean Penn:

It's a mistery to me
we have a greed
with which we have agreed

You think you have to want
more than you need
until you have it all you won't be free

society, you're a crazy breed
I hope you're not lonely without me

When you want more than you have
you think you need
and when you think more than you want
your thoughts begin to bleed

I think I need to find a bigger place
'cos when you have more than you think
you need more space

society, you're a crazy breed
I hope you're not lonely without me
society, crazy and deep
I hope you're not lonely without me

...