lunedì 24 ottobre 2011
Ciao Marco, ciao!
Non mi piace di solito seguire gli eventi di cronaca quotidiana, commentarli, dare una mia opinione, mi piace spaziare respirando l'aria, ascoltando le cosa che mi affiorano e risuonano senza un ordine prestabilito, ma oggi e' diverso, oggi quella tragedia che ha colpito Marco Simoncelli non riesce ad uscirmi dai pensieri.
Io di mia natura sono ancora incapace di dare un senso alla morte, sono attaccato alla vita, sono attaccato alle persone, agli oggetti, alla storie, sono costretto in questa ragnatela di sentimenti che spesso non mi fanno godere del momento presente, non mi fanno godere dell'ora proprio perche' preoccupato dalla separazione. Quindi capirete che la morte di un ragazzo cosi' giovane e' certamente sconvolgente, e' praticamente senza spiegazione, senza appello, nella sua assolutezza da lasciarmi sgomento.
La notizia che ho sentito ieri non riesce a uscire, non trova una via di uscita dalla mia scatola di pensieri ed emozioni, mi sta mettendo di fronte alle mie paure, mi sta mettendo di fronte all'urgenza di dare risposta alla mia vita, di arrivare a dare un senso all'esistenza perche' la morte non mi colga nell'infelicità.
Certamente questo pensiero mi riporta alla vita di Marco Simoncelli, di questo ragazzino spericolato che ha trovato il senso della sua esistenza nelle moto, nelle corse, diventando un pilota straordinario, ma ancora di piu' diventando un ragazzo straordinario proprio perche' anche se in pochi anni ha reso la sua esistenza la migliore che poteva desiderare, facendo quello per cui e' nato, dando voce al suo talento, alla sua essenza, vivendo la sua vita nella gioia e nella felicità. In questa ottica allora una vita non la si puo' ritenere sprecata, non la si puo' ritenere perduta, chiunque trova e nobilita se stesso, in qualunque momento puo' venire colto dalla morte e' non lo trovera' impreparato, non avra' rimpianti ne'rimorsi, perche' ha espresso il suo miglior se', il miglior se' non guarda l'eta' ma guarda lo sviluppo del proprio talento e della propria essenza, tu caro Marco hai fatto moltissimo in un tempo brevissimo e per questo moltissimo ti sara' dato!
E' quindi a questo che tutti dobbiamo appellarci nella nostra esistenza, di non rimandare neppure di un'ora la comprensione di cio' che ci fa felice, di cio' che ci permette di esprimere in nostro migliore se', di non sprecare la nostra vita in faccende marginali, di contorno ma di andare dritto alla domanda, "Io chi sono veramente, e che cosa desidero veramente dalla mia esistenza?" e di impegnarci a dare una risposta, forse piu' di una risposta, forse risposte diverse nell'arco di una vita.
Io credo che Marco se la sia fatta molte volte questa domanda ma anche se la fosse fatta una sola volta, ha cercato e trovato la risposta in maniera sincera e diretta, dando a se stesso la possibilità di realizzarsi, cosi' in pochi anni con una carriera meravigliosa, fatta di vittorie, di sconfitte, di cadute, di speranze, di amore, di ispirazione, e' entrato nella vita di ognuno di noi, donandoci con la sua morte un momento di profondissima riflessione, quel sacro momento che ci si apre quando perdiamo una cosa importante, dimostrandoci con la sua gioia e serenità che la vita e' bellissima e deve essere vissuta alla ricerca di noi stessi per trovare quello spazio di pace che e' fondamentale ogni giorno della nostra vita per poterci essere, per poterci dire: "Io sono felice e so cosa desidero realizzare nella mia vita e ogni giorno mi impegno per farlo!"
Ciao Marco, ciao e grazie per tutto!
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