lunedì 28 novembre 2011
Immaginazione applicata!
In questi passati giorni, ultimi dieci giorni, sono stato totalmente occupato dal mio lavoro, mi sono reso conto che molte volte cio' che facciamo ci assorbe completamente, totalmente senza lasciare spiragli a null'altro.
Di solito, e per fortuna, accade per un tempo determinato che possiamo in qualche modo gestire e contenere, quando pero' supera una certa soglia allora le cose si complicano perche' rimaniano imbrigliati ed impantanati come nelle sabbie mobili, piu' cerchiamo di sfuggire e ci muoviamo, piu' veniamo inghiottiti.
"L'immaginazione è più importante della conoscenza" (Albert Einstein)
In quel momento esatto l'unica cosa che ci puo' salvare e' l'immaginazione.
La mia liana per uscire dall'identificazione lavorativa e vitale e' stata la frase appena scritta, che ho letto in questi giorni e che ho voluto completare con il verbo: applicare! (accostare un oggetto ad un altro, far aderire; oltre il senso materiale ha anche un senso figurato, darsi, mettersi a fare una cosa con proposito)
L'immaginazione applicata e' uno stato interiore che mette in relazione, accosta, fa aderire le tre diverse parti che ci compongono, la mente, il cuore, l'azione. Le mette in relazione per farle collaborare e per permetterci di manifestare il meglio che siamo in grado di pensare, sentire, fare!
Spesso, troppo spesso ci manifestiamo con una sola parte di noi, la parte che piu' facilmente abbiamo sviluppato, che abbiamo allenato perche' ci veniva facile e perche' non ci siamo mai resi conto che eravamo composti di tre parti, almeno.
Noi tutti ci realizziamo nella nostra esistenza ottimizzando quello che dalla natura riceviamo, quello che dall'educazione riceviamo, quello che dai nostri studi riceviamo, e passiamo la nostra vita ricercando uno stato di equilibrio e pace che troppo spesso raggiungiamo a sprazzi ma non siamo in grado di rendere permanente.
Quello che sto provando a fare e' una ottimizzazione allargata, cioe' dopo aver realizzato in me una visione, un'immaginazione, un sogno, un'allucinazione, applicarla: comprendere che i miei pensieri rispondono ad una visione, ma che hanno una velocita', che hanno un peso, che hanno una realizzazione concreta che segue delle leggi di natura, che deve inevitabilmente essere collegata ad una emozione, deve essere portata dall'emozione, collegandosi al piacere di realizzarla, percependo a fondo l'importanza di realizzarla, cosi' finalmente siamo in grado di preparare un piano di azioni concreto in grado di supportarci per il tempo necessario alla sua realizzazione, il tempo e' lo spazio che abbiamo previsto di concretizzazione; potrebbe durare anche una vita intera, potrebbe anche realizzarsi solo parzialmente in questa vita oppure potrebbe essere realizzato a piccoli obiettivi separati che realizzano poi un disegno finale.
Per realizzare tutto questo e' necessario, fondamentale, sciogliere i nodi che negli anni abbiamo accumulato: insicurezze, fallimenti, paure, attaccamenti, sono tutti pesi, ostacoli che sul percorso ci rallenteranno, ci faranno cambiare piano di azione, ci faranno ridimensionare la nostra immaginazione applicata, riducendoci e quindi riducendo la nostra capacità realizzativa, finendo cosi' la benzina a meta' della strada.
L'immaginazione deve essere grande, deve essere utopica per certi versi, l'utopia ha permesso agli uomini di realizzarsi, l'utopia ha permesso agli uomini di sviluppare la neo-corteccia cerebrale che ci distingue profondamente da tutti gli altri esseri viventi su questo pianeta. Se non immaginiamo qualche cosa di straordinario non si attiveranno le aree cerebrali di piu' recente formazione, non ci saranno neuroni che vanno a presidiare una nuova aree cerebrale per trovare una risposta alla grande domanda, alla grande immaginazione e noi non farmeo altro che riprodurre ogni giorno le nostre stesse risposte, scoprendo poi che non ci siamo mossi ne' dentro di noi, ne' fuori di noi neppure di un metro.
Ricapitolando: gia' realizzare un equilibrio tra le tre parti che ci compongono e' una impresa, gia' riuscire ad immaginare per noi e per la nostra vita qualche cosa di straordinario e' un'altra impresa, infine se siamo riusciti a trovare un equilibrio, ad immaginare in modo straordinario ci manca ancora un pezzetto del viaggio, la concretizzazione, l'immaginazione applicata che e' la grande impresa che ad ognuno di noi e' dato di poter realizzare per sua stessa natura e che solo pochi di noi, credono e decidono di intraprendere e qui svelo il punto nevralgico: tutto quello che ci siamo detti risponde ed e' possibile solo se realizziamo un piccolo, banale, semplice comportamento, un comportamento che ci possiamo permettere soltanto noi esseri umani: decidere, prendere una decisione, rispondendo alla domanda, "che cosa voglio veramente dalla mia vita?!"
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