Dunque, sostiene James Hillman, "ogni psicologia che voglia tentare di capire i membri della società attuale non potrà ignorare il nuovo monoteismo che ci governa: il Business. O, per meglio dire, l'economia capitalista specífica l'anziano guru con un divertito sorriso. Un monoteismo che, in quanto tale, ci impone una fede fondamentalista nei propri principi. E che esercita il Potere, quello al quale ci si riferisce comunemente, ma anche il Potere più influente, cioè quello dentro di noi, che ci conforma a vivere e ad avere la percezione di noi stessi secondo idee come beni, scambio, costo, mercato, domanda, profitto, proprietà.
Pensiamo di stare male per una nostra insufficienza affettiva e per questa ci curiamo, ma curarci significa chiederci su quale scala di valori stiamo misurandoci. Ci piacerebbe credere che sia l'amore a conformare il nostro destino. In realtà, nella vita concreta, sono le idee del business le sole da cui non ci distogliamo mai, scrive Hillman. Insomma, viene da tradurlo in termini shakespeariani, crediamo che dietro l'ordito della nostra vita ci sia Romeo e Giulietta, invece ci sono piuttosto il Mercante di Venezia o il Macbeth.
Hillman prosegue nella eretica missione che da un certo momento si è dato: ribaltare il rapporto tra individuo e mondo così come esso, nel Novecento, è stato codificato proprio dalla psicoanalisi classica. E nel quale circolano diversi concetti che negli ultimi anni sono tutt'altro che entrati nel cono d'ombra: mercato, potere, controllo, sicurezza. A ben vedere, concetti che hanno aumentato su scala gobale la propria potenza pervasiva. Eppure, benché sembrino parole d'ordine dall'aura sempiterna e universale, hanno un'origine storica: Nella Firenze delle banche e nella Riforma protestante, insomma sono in stretto contatto con il Cristianesimo e si evolvono con la Chiesa, dice Hillman.
E nel mondo d'oggi ci confrontiamo con modelli che cercano di farci traballare il fondamentalismo capitalistico monoteista: L'idea di economia condivisa che recupera le modalità del baratto e punta sul dono, e soprattutto la cosiddetta economica sostenibile, quella teorizzata da studiosi come Vandana Shiva, che vuole coniugare il profitto con la cura del pianeta, la giustizia e il limite, spiega.
Hillman così in maniera Socratica ci invita in un dialogo maieutico: trovare dentro noi stessi, il significato vero delle idee che connettiamo al potere, le idee che ci guidano alla scoperta della nostra vocazione, liberandoci dal monoteismo capitalistico. Ci mette però in guardia rispetto alle conseguenze della nostra ricerca: il valore dell' efficienza, per esempio. I lager erano il capolavoro dell'efficienza: uccidevano cinquemila persone al giorno. Quindi, l'idea di effìcienza, di per sé, se è sola, diviene demoniaca.
Il percorso di conoscenza di sè, di analisi di sè, di scoperta della propria vocazione deve essere consegnato ad un profondo senso critico, ad una analisi approfondita dei nostri valori più intimi, sradicati da quella educazione ricevuta passivamente, purificati dall'ambiente che ci ha formato, ripuliti dal senso di colpa che costantemente ci attanaglia e non ci permette di andare oltre, entrare così nel reame della conoscenza profonda di sè, dei propri desideri, delle proprie aspirazioni, della propria vocazione. Noi possiamo farlo questo percorso, noi dobbiamo farlo questo percorso per non perderci nel labirinto della vita, per non perdere quella straordinaria occasione che e' vivere.
Io sinceramente ringrazio Hillman per aver cercato per tutta la sua vita di mostrarci attraverso la "psicologia degli archetipi", supportata dalla teoria dei tre universi, schema che trova numerosi corrispettivi nella nostra società occidentale a partire dal modello antropologico che sembra costituirne il parallelo, l'analogo, lo specchio che lo fonda, la tripartizione CORPO-ANIMA-SPIRITO.
La struttura di tutto l'esistente si compone per opera di Dio dell'aldilà, di questo mondo, del mondo intermedio. La triplice corrispondenza e' conseguente: per questo mondo Dio ha creato il corpo, per l'aldilà ha creato lo spirito, per l'intermondo l'anima. Per questa ragione e non altre mi sto dedicando alla profonda ricerca di comprensione di chi sono, per vivere in questo mondo, nel mondo intermedio e prepararmi all'aldila'. Non credo sia possibile vivere senza aver risposto alle domande di base che ogni essere umano nella vita almeno una volta si e' posto. Io almeno intendo la mia esistenza sotto questo tetto, la comprensione dei miei gesti, la comprensione delle mie emozioni, la chiarezza delle mie azioni, anche in questo caso ritrovo i tre universi, il corpo le mie azioni, i sentimenti la mia anima, i pensieri piu' alti e profondi l'aldila'.
Tornando ad un passaggio delicato, io vorrei sinceramente che a determinare i miei comportamenti, anche quelli più profondi non fosse la mera sopravvivenza, lo scambio, il costo, il mercato, la domanda, il profitto, la proprietà ma l'amore più puro, disinteressato, senza vincoli, senza aspettative, quell'amore che risiede dentro di noi e che solo chiede di essere liberato.
ma perche' non ricevo commenti???
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