venerdì 2 settembre 2011

Bobby!



Immagino molti di voi si siano fatti catturare dalla fiction tv The Kennedys come e' successo a me nelle scorse serate. Ho seguito il film con attenzione, curiosità e speranza. Personalmente non sono un fan sfegatato dei Kennedy, mi sono sempre posto molte domande e questioni che quasi mai sono emerse nelle fiction o nei film riguardo al fatto che non esistono politici totalmente puliti e neppure i Kennedy lo sono stati; come tutti hanno commesso degli errori, sono scesi a compromessi, si sono affidati a consglieri condizionati, si sono fatti schiacciare da lobby molto potenti, sono stati vittima anche delle proprie debolezze. Questo pero' non mi impedisce di andare a ricercare nelle parole e nei fatti dei comportamenti, delle visioni che hanno dato inpulso al cambiamento e certamente la famiglia Kennedy grazie a John, grazie a Bob e piu' recentemente anche grazie a Ted ha contribuito in modo sostanziale allo sviluppo e alla crescita di una nazione democratica fondata sull'eccellenza, il merito, le pari opportunità: « Amore, saggezza, solidarietà per coloro che soffrono, giustizia per tutti, bianchi e neri. » (R. F. Kennedy)

In quest'ottica l'America ha sviluppato un modello vincente che fino a pochi anni fa, diciamo dieci, quindici anni fa sembrava non dover tramontare. Un modello con il quale potersi confrontare ed ispirare per poter importare e far crescere anche in altri paesi lo spirito della conquista del west, della conquista della frontiera, non solo geografica ma anche mentale, avere dei sogni ed essere sostenuti da una società in grado di sostenerti nella conquista: « Ci sono coloro che guardano le cose come sono, e si chiedono perché... Io sogno cose che non ci sono mai state, e mi chiedo perché no. » (R. F. Kennedy, citando George Bernard Shaw).

Spesso e volentieri le nostre migliori conquiste sono quelle che ci guadagnamo soffrendo e superando mille difficoltà, continuando e perseverando all'inseguimento di un sogno, di una visione, incontrando un ambiente favorevole che sostiene, (in Italia e' la famiglia l'ambiente, non certo lo Stato), eppure anche noi italiani abbiamo storie meravigliose da raccontare, ed e' proprio qui che voglio arrivare.

Credo che la politica, l'impresa, la societa', la cultura, lo sport non sia piu' capace di raccontare delle storie, storie epiche di esseri umani, di conquiste fatte di sudore, sacrificio, creativita', coraggio, passione, storie in grado di ispirare, di muoverci, di farci alzare dal nostro torpore, di farci mettere in moto, di spingerci verso la conquista non di privilegi e sicurezze ma bensi della nostra consapevolezza e felicita', che si raggiunge soltanto realizzando se stessi, realizzando le cose che amiamo e che ai piu' sembrano impossibili.
Nessuno racconta piu' delle storie eccellenti (eccezioni a parte www.21min.org), nessuno ha il coraggio di spingersi oltre e si racconta costantemente la mediocrita' senza scommettere sul nuovo, sull'eccellenza, sull'innovazione, sulla condivisione, ogni cosa che raccontiamo e' parziale, filtrata da ideologie o da proprietari di giornali e media e non mira a creare modelli di ispirazione ma bensì modelli di medocrità che non solo sono diseducativi (vedi la scoperta del Sistema Mirror) ma incentivano il lamento, la recriminazione, l'arroganza favorendo così i furbi, i faccendieri, gli imbucati!

Per uscire da questo stagno sono certo che non possiamo continuare a guardare cio' che non funziona, che non possiamo continuare a pagare cio' che non produce vantaggio all'insieme ma a solo una parte, che non possiamo continuare a credere alla mediocrita', che non possiamo pensare che arrivera' il salvatore della patria, che non possiamo continuare a chiedere di cambiare e non iniziare a cambiare noi, che non possiamo continuare ad essere ignoranti, ma dobbiamo iniziare a credere in noi stessi a credere di avere un cervello e che questo cervello funziona bene e puo' produrre idee, puo' produrre innovazione, puo' creare, puo' associare, unire, condividere, gioire, apprezzare, imparare, si imparare ad imparare che non c'e' mai fine alla conoscenza, che in ogni istante possiamo iniziare a studiare e realizzare qualche cosa che tiri fuori il meglio di noi, che dobbiamo crearci uno spirito critico basato sulla conoscenza e su valori, che dobbiamo smettere di preoccuparci ma bensi' dobbiamo occuparci di cio' che vediamo intorno a noi, cercando di portare armonia e bellezza prima di tutto nella nostra casa, poi nei nostri uffici, poi nei nostri giardini, poi nelle nostre parole, poi nelle relazione con gli altri, con tutti gli altri, poi nella relazione con il pianeta e cosi' via senza fermarci... noi possiamo farlo, io posso farlo perche' il benessere, il godere di questa vita meravigliosa e' un diritto e un dovere per ognuno di noi e non dipende dalla politica o da altro ma soltanto dipende da dove decidiamo di guardare, la nostra mente crede a cio' che vede e se noi continuiamo a guardare la mediocrita' finiremo con il credere di essere mediocri!

Vi lascio allora a questo meraviglioso brano tratto da un discorso di Bobby Kennedy (come avrete capito e' il mio preferito!) con l'augurio che possa innescare anche in voi quel desiderio di bellezza, verita', armonia, e che vi possa accompagnare sempre.


« Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow Jones né i successi del Paese sulla base del Prodotto Interno Lordo. Il PIL comprende l'inquinamento dell'aria, la pubblicità delle sigarette, le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine del fine settimana… Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione e della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia e la solidità dei valori familiari. Non tiene conto della giustizia dei nostri tribunali, né dell'equità dei rapporti fra noi. Non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio né la nostra saggezza né la nostra conoscenza né la nostra compassione. Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta. »

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