Oggi voglio sperimentare una cosa interessante, rischiando anche di annoiarvi, se così sara' pensate che e' un esperimento e non una mancanza di rispetto per i lettori, soprattutto vorrei ringraziare l'artista Anish Kapoor per l'ispirazione.
Di solito per scrivere un post ci metto un po' di tempo, raccolgo informazioni dettagliate, rifletto, inizio a scrivere a volte riscrivo anche un paio di volte; in questo momento invece sto provando a raccontarmi, a descrivermi dall'interno, come se il panorama che vedo non fosse il panorama esterno a noi, il mondo, ma il panorama Interno a me, il mondo interiore.
Mentre scrivo naturalmente non potete percepire le pause più o meno lunghe che faccio tra un capoverso ed un altro, sono pause preoccupanti, sono pause al limite del tempo, come se i tempi di comprensione e descrizione del panorama interiore siano completamente differenti da quello esteriore che abbastanza facilmente possiamo descrivere.
Nel mondo interiore ci si aspetta molto silenzio, invece ho già incontrato una voce che mi sta dicendo che chiunque leggera' si annoierà, che l'esperimento di mostrare la mia interiorita' e' un atto egoico, e che soprattutto non e' possibile descrivere il panorama interiore. Quindi dato oggettivo primo, nel mondo interiore almeno nel mio non c'e il silenzio che mi aspettavo di incontrare, almeno a questo primo livello di panorama interno. Forse sono ancora troppo in superficie. Sto provando a fare ancor più silenzio lasciando fuori tutti i rumori che esternamente interferiscono. Mi sembra ora che il silenzio sia piu' profondo, certamente le voci che avevo percepito nella prima parte, quelle voci interne confuse e disturbanti sono come chiuse in un altra stanza. Ora mi sembra di entrare in un enorme tunnel, davanti a me il buio pesto, mentre dietro di me la luce dell'entrata, proseguo a camminare lentamente, l'oscurità si fa piu' intensa pero' sinceramente non la temo, anzi e' come se entrassi in uno stato di pace e rilassamento, la vista non fatica più', l'oscurità che mi trovo davanti mi spinge a guardare ma e' talmente buio che non riesco neppure a percepire la profondita'. Dietro di me la luce dell'uscita ha la dimensione di un buco su un muro, mi trovo sempre più nel mezzo di qualche cosa di profondo ma non so quanto. Mi fa effetto essere nel silenzio, ovattato, pieno e nello stesso momento vuoto. Ora i miei occhi si sono abituati all'oscurità e non cercano punti di riferimento conosciuti ma semplicemente si muovono senza timore, senza fretta, questa oscurità normalmente mi spaventerebbe molto ma da qualche parte nella mia mente mi e' chiaro che mi trovo dentro di me e che non ci sono pericoli, l'unico vero pericolo e' quello di scappare da qui perché troppo intensa la sensazione che sento. Non trovo nulla quaggiu', trovo solo pace e silenzio, come una stanza completamente nera buia!
Mi sembra di vedere qualche cosa in fondo, un cerchio leggermente piu' luminoso, e' un ombra ma non sono sicuro che sia dentro di me o che non sia la pupilla dei miei occhi che forma un cerchio. Mi rendo conto che sto respirando lentamente e con calma, non sento piu' le voci che c'erano in superficie, all'entrata o poco dentro al tunnel.
Mi preparo a riemergere, lo faccio muovendo piano i miei occhi e aprendoli lentamente per far entrare la luce.
Ecco sono di nuovo fuori di me, diciamo sono dentro di me a guardo fuori di me!
Esperimento finito. Non ho cambiato nemmeno una parola, nessuna correzione, nessun ripensamento, io sono questo e il panorama che ho incontrato dentro di me ora e' di dominio pubblico, ho voluto raccontarmi con intimita' e con coraggio superando la maschera che ogni giorno indosso e cercando un luogo per neutralizzarla. A me sembra di esserci riuscito almeno per questo tempo... Per la precisione,sono passati trentasette minuti dall' inizio dell'esperimento nel laboratorio bianco!
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