martedì 7 giugno 2011

Le Sculture di Richard Serra





Sono sempre rimasto affascinato e catturato dalle opere degli artisti definiti "Land Artists". Ho letto molto, ho visto molto, ho sentito molto, mi sono confrontato con questo tipo di arte come un animale, come un essere evoluto ma che ancora in se' contiene le stratificazioni del passato, le impronte dell'animale uomo che e' sopravvissuto fino ad oggi. Richard Serra in particolare mi ha dato la sensazione dalla prima volta che mi sono trovato di fronte ad una sua opera di presentarmi con quelle pareti monumentali il percorso che ogni uomo deve compiere, quello di unificare cio' che in lui e' separato. Mi ha anche sempre mostrato che e' un lavoro di monumentale difficolta' infatti se vi trovaste davanti ad una sua opera vi sentireste immediatamente piccoli ed impotenti, di fronte a quelle pareti lisce, senza appigli, senza riparo, senza nascondiglio, pareti che mostrano il percorso che l'uomo come essere evoluto sulla terra deve compiere, cioe' superare le divisioni, superare le separazioni, superare i muri che lo allontanano dalla sua stessa natura, dall'essenza e non gli permettono di vedere al di la' del suo naso.
Sento oggi il monito di Serra molto vicino, in un mondo che continua a costruire barriere, un mondo che continua a separare, (tranne che per le multinazionali a cui il mercato globale piace moltissimo, ndr), un mondo nel quale il diverso ci fa ancora troppa paura e che ci fa chiudere come l'animale di cui parlavo all'inizio. Io stesso sento intorno a me la paura dell'unita', della condivisione, della partecipazione, ma ricordate sempre che tutto quello che siamo oggi e' principalmente frutto dell'ultimo secolo appena passato e che l'uomo per sua natura e' un essere sociale, partecipativo, inclusivo.
Forse non e' necessario scavalcare i muri di Serra forse e' sufficiente abbatterli per poter vedere il nostro vicino negli occhi e scoprire che e' come noi, che vive, ama, soffre come ognuno di noi e che ha a cuore il futuro di questo meraviglioso pianeta come ce l'abbiamo noi.

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