mercoledì 15 giugno 2011
Il mio eroe!
In verita' successe molto tempo fa, ma ci sono cose che restano indelebili nella memoria, nonostante lo spazio temporale che ci divide dall'avvenimento.
Mi ricordo bene, avevo soltanto undici anni, amavo il tennis un po' per caso, ci eravamo trasferiti in un condominio che aveva un campo da tennis e con un gruppetto di bambini avevamo iniziato ad esplorare con le nostre prime racchette di legno quel meraviglioso e complessissimo rettangolo di gioco.
Ci passavamo pomeriggi interi, in due, tre, quattro a volte anche sei e a turno sfidandoci ci ispiravamo agli eroi del tennis che a quel tempo non si vedevano molto spesso in televisione.
Una sera tardi pero' resto in piedi e con mio papa' guardiamo lo sport e finalmente per mia grande gioia trasmettono il Masters da New York, la grande finale dove un giovane talento sfida la leggenda e vince:
John Patrick McEnroe batte Arthur Ashe!
Immmediatamente capisco che quel ragazzo chiaro di carnagione che parla da solo nel campo e si rivolge all'arbitro in maniera diretta e senza filtri sarà il mio idolo per gli anni di adolescenza passati tra campo di casa e club per la scuola di tennis, sinceramente anche oggi quando trovo le telecronache in lingua originale con lui come anchor mi piace lo ascolto con grande piacere.
Lui poteva fare ogni cosa nel campo da tennis, poteva ridere, sedersi, gridare, saltare la rete, rompere una racchetta, discutere con l'arbitro, insultare un avversario senza mai e poi mai perdere la concentrazione, poteva fare colpi formidabili, camminare ciondolando e mandare in tilt gli avversari e costruendo così interiormente la sua carica agonistica che gli permetteva di vincere le partite piu' importanti.
Quel suo modo di rivolgersi all'arbitro: « You cannot be serious! » diventerà la frase più popolare e utilizzata tra me e i miei amici, una specie di passaparola per crescere e mostrare al mondo che anche noi c'eravamo!
Quel suo modo di servire la palla era un capolavoro di personalizzazione di un movimento e di efficacia di risultato, le sue corde in budello tirate a 18kg una sfida alla fisica (ricordate Bjorn Borg le aveva a 38/40kg!), il suo polso capace di ammortizzare i colpi come non si mai più visto in un campo da tennis, le demi-volée con le ginocchia a terra erano esempi di un talento naturale, selvaggio, indomabile; potete quindi ben immaginare che desiderio di vedere partite su partite, ancora oggi quando mi sento in uno stato di confusione e di difficolta' vado su youtube inserisco il nome di John McEnroe e come in una meditazione entro in uno stato di pace e benessere che sposta i miei pensieri e mi orienta al tutto e' possibile. Rappresentava per me l'american dream, il nuovo che scalza il vecchio e stantio, l'America della libertà, della possibilità, i capelli lunghi, la ribellione che sentivo dentro, McEnroe la esprimeva in maniera esemplare, il suo coraggio di dire e fare cio' che sentiva essere giusto in quel momento lo faceva sembrare ai miei occhi un vero e proprio eroe.
Con un po' di nostalgia ricordo quei tempi spensierati con la vita tutta davanti a me e oggi che sono a metà strada penso che sono stato fortunato, posso ancora giocare a tennis e ancora gridare al mio avversario "You cannot be serious?". Oggi sinceramente questa frase e' diventata un promemoria per non prendermi troppo sul serio e non prendere la vita troppo sul serio e solo gustare ogni giorno nel migliore dei modi essendo grato per i giorni meravigliosi che ho vissuto.
John sei ancora il mio eroe!
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