venerdì 24 giugno 2011

Venezia mon amour




Ma da quanto tempo non andavo a venezia?
Ho amato Venezia dalla prima volta che l'ho vista molti anni fa. Ci sono stato molte volte in particolare l'ho amata la notte, nella nebbia, con il freddo e il vaporetto che non si fermava mai la notte.
Oggi ci sono tornato ed era qualche anno, mi sono innamorato di nuovo come un adolescente di questa città senza tempo, senza spazio, dove le strade sono canali, le auto sono barche e i bus sono vaporetti. Ho camminato, ho respirato, ho assaporato, ho visto, ho toccato, con i miei sensi ciò che la cultura può produrre. Ho visitato in particolare la biennale all'arsenale, un luogo straordinario che emana storia, e che accoglie gli artisti migliori e più rappresentativi del pianeta; una giornata piena, stimolante che più di tutto mi ha fatto comprendere che c'e un mondo di persone interessate al cambiamento, interessante alla crescita e ad allargare i propri orizzonti, ad andare oltre e lo fanno arrivando da tutto il mondo, camminando per Venezia acquistando il biglietto della biennale.
Non entro in merito della mostra in se' perché non ne ho le competenze ma mi interessa quello che crea intorno alla città, quello che muove. In questi tempi si sente spesso parlare di cultura, che non da profitto, che non viene considerata, che appare ancora una sacca di potere politico e quindi da non sostenere. Io invece credo che sia arrivato il momento di superare le distinzioni politiche, ideologiche e pensare che la cultura e' per tutti, che produce effetti migliorativi nella mente delle persone, che produce effetti economici per una città, che l'Italia con lo straordinario patrimonio artistico e' la vera culla della storia dei passati duemila anni, che gli investimenti sulla cultura vanno fatti con raziocinio, perché possono davvero generare movimento, ibridazione, incontro, scambio, superando le differenze ideologiche e' possibile proporre una nuova immagine dell'Italia, non soltanto turistica ma turistico-culturale, aprendo i musei più a lungo, aprendo i magazzini dei musei, sfruttando spazi che ogni città possiede per mostrare quanto di meglio abbiamo. Gli altri hanno materie prime, ma anche noi abbiamo la materia prima, l'anima della storia, la cultura e' materia prima!
Non dobbiamo più accontentarci delle piccole iniziative, ogni città italiana che ha storia culturale, deve avere una sua biennale, penso a città come milano, roma, firenze, Napoli, Palermo, Torino, ma anche ad assisi, gubbio, Siena, Urbino, Genova, Bari,Lecce, padova, bologna, Ravenna, Ferrara, Verona, Cuneo, e potrei continuare scusandomi per coloro non ancora menzionati. Ognuno di voi pensi ad una città che ha visitato e di cui si e' innamorato, ecco proprio li si potrebbe organizzare una biennale, si potrebbe innescare un meccanismo virtuoso attraverso l'arte, attraverso la cultura, la danza, l'architettura, la pittura, la scultura, il cinema, Il teatro, possono essere una leva di diffusione di ciò che nella storia e' stata l'italia, la culla del rinascimento, quindi torniamo li, riprendiamoci la nostra posizione, il mondo guarda a noi e si aspetta da noi un segnale che non e' quello delle agenzie di rating tipo Moody's!

Dobbiamo diventare tutti noi agenti di cambiamento, nelle nostre città, dobbiamo uscire di più, frequentare i nostri musei, le nostre pinacoteche, i nostri cinema e non le multisala, dobbiamo essere noi a sollecitare i comuni piccoli e grandi che siano ad investire il denaro in iniziative culturali che portino pubblico da ogni parte del mondo, e da ogni parte d'Italia, non rassegnamoci a questa agonia che non ci appartiene, non non siamo la politica noi siamo i cittadini e i cittadini hanno un poter straordinario che si chiama fare, noi possiamo fare liberi da ogni interesse ciò che più e'utile alle nostre città, ai nostri figli, solo così potremo innescare un meccanismo virtuoso.

Grazie dunque all'esempio di Venezia, che grazie alla biennale mette in moto un movimento straordinario, ieri sera navigando il canal grande ho trovato almeno dieci musei che hanno attirato la mia attenzione, dal Guggenheim a palazzo grassi, alla fondazione Prada, insomma chi ha il denaro lo investa nella cultura e chi ha la cultura incontri chi ha il denaro e dove non arriva il privato che la cultura, il denaro, le istituzioni si siedano comodi e facciano qualche cosa insieme per la comunità.

Un solo appuntino alla biennale.
Non esiste davvero che ancora ci siano il lunedì di chiusura e gli orari 10-18, questo davvero fa ridere... Se un veneziano avesse voluto visitare la biennale?

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