giovedì 28 luglio 2011
Buena Vista Social Club!
Sono ormai passati cinque giorni con una pioggia e una condizione metereologica direi quanto mai apocalittica. Il mio stato interiore pero' e' fermo all'estate e non vuole in nessun modo essere compromesso da questo intermezzo autunnale percio' ho pensato che rivedere e riascoltare il Buena Vista Social Club mi avrebbe fatto bene sia allo spirito che all'umore.
Così e' stato!
Il film, la musica, l'atmosfera, la bellezza, la povertà, mi hanno catapultato in un altro mondo, in un luogo nel tempo ormai passato che avrei sempre desiderato vivere ed esplorare. Gli anni cinquanta, il dopoguerra, la ricostruzione, il desiderio di lasciarsi dietro tutta la sofferenza causata dalla distruzione della guerra, anche se per Cuba invece sono stati il tramonto di un'epoca d'oro e l'inizio di un declino che perdura da cinquantanni e che ha portato l'isola e i suoi meravigliosi abitanti in un regime di isolamento e separazione. Non mi interessa in nessun modo dare un giudizio politico, anche perche' essendo uno scontro ideologico non potra' mai trovare una neutralità di risposta, mi interessa però il ritrovamento di un tesoro che sembrava ormai sepolto e perduto ma che grazie a Ry Cooder e' stato ritrovato e condiviso con tutti noi: parlo di quel meraviglioso gruppo di musicisti, jazzisti cubani che compone il gruppo del Buena Vista Social Club, nome preso dal mitico club nel quale sono passati i migliori musicisti della prima meta' del secolo scorso, prima che venisse chiuso con la presa del potere di Fidel Castro nel 1959.
Ascoltare e guardare questi musicisti in pensione da decenni che avevano ormai smesso di suonare, smesso di comporre, smesso di sperare, salire con umilta' sul palco del mondo per ricominciare anche solo per una volta soltanto con un concerto straordinario, presi dalla felicità di fare musica, di raccontare storie della vita cubana, lasciandosi trasportare dal ricordo e dalla saggezza del presente nonostante l'eta' vicina agli ottanta, animati dalla passione, dal mestiere che non hanno mai dimenticato e' una gioia dell'anima, davvero un momento di grandissima umanita' che nella musica non si vedeva ormai da decenni. Fare musica per il piacere e non per celebrare se stessi, per portare conforto a chi ascolta, per dare un punto di vista, per esprimere il proprio animo piu' elevato e' qualche cosa che tutti i musicisti e star dovrebbero recuperare proprio per poter arrivare al cuore di chi ascolta e non alle orecchie. La tecnica e' utile solo se permette di avvicinarsi al cuore, se e' puro virtuosismo allora e' una scocciatura che non merita nulla.
I miei vecchietti invece (ormai alcuni di loro se ne sono andati) senza timore entrano in un flusso musicale, in una vena espressiva che sembra li nell'aria da sempre, come se non avessero creato nulla ma si fossero collegati ad uno stato dell'anima che in tutti noi esiste e l'avessero suonato per noi. Mentre tutto questo accade nonostate la povertà, nonostante l'isolamento, nonostante la separazione che gli ha costretti a vivere vite non loro, sorridono, sorridono e sono felici e in armonia tra loro, stimandosi e appoggiandosi l'uno all'altro, duettando, amandosi come accade nel duetto di Ibrahim Ferrer e Omara Portuondo, accompagnati dal piano di Ruben Gonzalez e dalla chitarra di Compay Segundo, quella musica potrebbe durare in eterno, perche' contiene la vita di Ibrahim, Ruben, Omara, Compay che e' la vita di ognuno di noi!
Sono sempre più certo che ci sono esseri umani che hanno un contatto diretto con l'anima una strada senza ostacoli e riescono attraverso la musica, attraverso il cinema, attraverso le arti figurative, la danza, la poesia, la scrittura, la recitazione a veicolare l'essenza che ci accomuna e che ci rende unici e nello stesso tempo uguali, siamo fatti della stessa materia e sentiamo tutti allo stesso modo. Infatti l'arte e' il linguaggio universale che arriva a tutti senza distinzione di lingua o razza.
Se non avete mai visto il film o ascoltato la musica, oppure se non lo vedete e ascoltate da qualche anno affittatelo, guardatelo, ascoltatelo con le persone che amate e godetevi questo spezzone di vita vera, di vita che non esiste piu' ma che e' dipinta in maniera indelebile grazie alla sensibilità di Wenders e tutti gli artisti uniti che si sono prodigati per raccontarla.
Onore a voi Buena Vista Social Club!
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