lunedì 25 luglio 2011
L'arrivo a Parigi!
Ieri per una ventina di minuti mi sono fermato a guardare gli ultimi giri dentro il circuito di Parigi dell'arrivo del Tour de France.
Molti di voi sanno che sono appassionato di ciclismo e quindi quello che scrivo nasce da una pulsione interiore forte, pero' ieri, aldila' della passione, in quegli uomini lanciati a oltre cinquanta chilometri orari tra le strade parigine visti dall'elicottero sono certo hanno emozionato non solo gli amatori ma ogni spettatore per la bellezza di Parigi e per il dinamismo del gesto atletico.
Esseri umani e città, un connubio indissolubile, una relazione di amore ed odio che andrebbe restaurata completamente; una relazione che andrebbe ripensata dall'origine per riuscire a dare risposte alle esisgenze della vita contemporanea, per una convivenza migliore in grado di generare un miglioramento delle condizioni di vita e non un imbarbarimento.
Le grandi città oggi sono congestionate dal traffico, soffocate dall'inquinamento atmosferico che diventa poi inquinamento anche fisico e psicologico, proprio perche' le condizioni malsane non possono produrre altro che questo!
Io stesso sono un cittadino, sono stato inquinatore, sono stato inquinato, sono stato bloccato dal traffico, ho causato traffico, alla fine ho scelto di andarmene a vivere in provincia perche' l'inquinamento stava distruggendo la mia vita sotto molti punti di vista; la mia e' certamente una scelta drastica ma l'unica possibile per poter assaporare la vita di nuovo, per potermi riappropriare dei rapporti umani, per potermi riappropriare del mio corpo, per potermi riappropriare di una condizione mentale ed emotiva all'altezza dei miei desideri, delle mie aspirazioni, per poterle perseguire, per poterle esprimere e realizzare. Non voglio dire che solo in provincia e' possibile realizzare la propria intima aspirazione, ma le condizioni esterne determinano molto fortemente sui risultati finali.
Un tassello fondamentale e centrale di questa mia personale restaurazione e' stata proprio la bicicletta, perche' se puoi muoverti in una citta' con la bicicletta, la puoi lasciare parcheggiata senza che ti venga rubata, puoi trovare delle strade che ti permettono di pedalare senza il rischio continuo di investimento, se puoi pedalare con la bocca aperta senza mascherina, allora quello e' un luogo sano che potra' esserti di sostegno per la tua realizzazione personale. Se non riesci a rispondere positivamente a queste domande devi certamente chiederti: "ma io che ci faccio qui?"
Se non vedi l'ora di scappare il venerdì per trovare un po' di pace devi chiederti "ma io che ci faccio qui, veramente?"
E' necessario farsi le giuste domande, almeno un paio di volte l'anno per riuscire con coraggio a riflettere e dare le corrette risposte; risposte semplici che possono permetterci di cambiare il punto di vista, di cambiare e rompere delle abitudini che sono simili a delle gabbie, spesso basterebbe muoverci dalla nostra posizione cambiando disposizione del salotto per vedere tutta la nostra casa con occhi nuovi, per poter cambiare la nostra opinione sulle cose ed acquisire nuovi dati per rendere più completo il puzzle che ci compone.
Ieri guardando l'arrivo parigino del Tour de France grazie alla vista aerea ho potuto vedere la citta' nel suo complesso, le strade che si intersecano, i parchi che danno respiro al cemento, le piazze che sono punti di luce e snodo, un sistema complesso in grado di gestire la complessa vita quotidiana di milioni di esseri umani, e gli uomini sulle loro biciclette veloci che si infilano come microbi all'interno del sistema citta'.
Ho visto pero' dall'alto anche la bellezza e l'armonia che e' possibile creare se tutti andiamo in una stessa direzione, se tutti riusciamo a capire cosa e' il bene comune, senza perdere le nostre individualita' ma lavorarando per un miglioramento comune, i gregari che tirano il leader, il leader che e' tale perche' ci sono i gregari, una relazione tra singolo e gruppo, tra gruppo e singolo, che deve lavorare molto per mantenere equilibrio nella relazione di reciprocità.
Penso allora che un buon punto di partenza possa essere quello di trovare una bicicletta ed iniziare a cavalcarla per guardare così la nostra citta' con un occhio nuovo ed iniziare a sentire che abbiamo un corpo che puo' fare molte piu' cose di quelle che facciamo ogni giorno e darci delle grandi soddisfazioni, ricordandoci che il benessere inizia prima di tutto in noi stessi e che solo cosi' potremo poi sostenere gli altri nella loro ricerca di benessere.
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