mercoledì 6 luglio 2011
Cosa sono i valori? (Mi sono impegnato molto credo valga la pena leggere!)
Il male assoluto del nostro tempo è di non credere nei valori. I giovani devono credere in qualcosa di positivo e la vita merita di essere vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte!
(Rita Levi Montalcini)
La brillante scienziata mi ha stimolato stamattina una profonda riflessione che voglio condividere con voi.
Negli ultimi tempi si parla molto di valori, della mancanza di valori, della necessità di credere in valori, di incarnare i valori, quindi sono partito come sempre faccio dall'etimologia della parola per investigare in profondità il concetto.
Valorem-valere=essere forte, Gaglardo, avere merito, pregio, valere come stato interiore. Virtu' dell'animo che fa l'uomo eccellente in ogni cosa che imprende, Gagliarda prodezza. Ma significa anche: merito e prezzo per ogni cosa, cioe' tutto quello che ella vale, altrimenti valuta o costo.
Innanzitutto dobbiamo ricordare che un tempo, il linguaggio morale non descriveva i valori, ma parlava di bene e di male, il bene era qualche cosa di riconoscibile e giusto, soprattutto oggettivo, assoluto.
In tempi piu' recenti, con la modernita' emerge di più la persona e la sua liberta' di valutazione e giudizio, quindi il bene e il male dipendono dalla valutazione personale e quindi il bene si trasforma in valore, proprio perche' valutabile, quantificabile e diviene soggettivo.
Ne e' esempio proprio in questo momento storico di crisi, di passaggio, dove il crollo delle ideologie, la mancanza di modelli ideologici di riferimento in grado di generare vantaggi comuni fa crollare anche il sistema valori relativizzandoli e rendendoli semplici personali valutazioni.
Quindi quel che resta su tutti, quello che piu' di tutti viene celebrato nel mondo occidentale e' la libertà, l'assenza di vincoli nelle relazioni, negli affari, nella politica, nella democrazia, nella quotidianita', che diviene valore così assoluto che per realizzarlo si giustifica qualsiasi azione, scatenando guerre e distruzione, compromettendo le democrazie, distruggendo il pianeta, estremizzando i profitti nel business: l'antitesi del valore stesso!!!
Questa condizione di libertà, al di là del "bene" e del "male" non significa affatto che si può fare a meno dei valori, ma indica al contrario un compito più alto per ognuno di noi: saper ricostruire, innovare in maniera condivisa.
Dobbiamo fare i conti con il tempo che e' misura, e' segno della finitezza, ed è soprattutto reciprocità; in altre parole "siamo tutti sulla stessa barca", l'etica e' quindi la misura nel rapporto con l'altro. Incontrarsi è sentirsi reciprocamente obbligati, e' divenire amici.
Vivere senza valori vuol dire vivere senza valutare il tempo, cioè senza prendere posizione nei confronti della realtà, senza essere responsabili, non solo nei confronti degli altri, ma essere responsabili di se stessi. Credo che l'uomo riesca nella sua vita quando realizza la sua finitezza, cioè si rende conto di quello che può fare, di quali sono le sue forze, di come deve rapportarsi con gli altri. Queste sono le strutture fondamentali dell'etica.
Allora non avere valore, non avere prospettiva sulla realtà, vuol dire non avere neanche prospettiva su di sé. E quindi colui che pretende di vivere senza valore si dissolve. Infatti in genere il soggetto che vive senza valore, e lo vediamo ogni giorno, tende a liberarsi dal tempo, perché il tempo è responsabilità.
Basta pensare a un appuntamento. Appuntamento vuol dire andare a incontrare una persona. Se si va in ritardo non la si trova. E la vita è fatta di appuntamenti, che vuol dire finitezza, che vuol dire relazione, che vuol dire impegno -.
Essere senza valori vuol dire essere fuori dal tempo e senza impegno, non realizzare nulla nel tempo che ci dato da vivere.
Possiamo cambiare i valori durante la nostra vita, criticare i valori, costruire i valori, ma non possiamo fare a meno dei valori.
L'oggettività del bene oggi e' impossibile, non si capisce in modo concreto fino a che punto una cosa è assolutamente buona o no. C'è tuttavia un criterio di valutazione condiviso, è fondamentalmente il valore che noi assumiamo nella società moderna il valore della libertà.
La nostra società è la libertà, però la libertà è un valore rischioso, perché se la libertà è assoluta, cioè assoluta assenza di vincoli, la libertà si tramuta in disperazione, in mancanza di riferimenti.
Desidero chiudere il post di oggi con un brano del Vangelo, mantenendo quanto espresso su un piano laico e non religioso:
"Tutto mi è lecito!". Ma non tutto giova. "Tutto mi è lecito!". Ma io non mi lascerò dominare da nulla (1 Cor 6,12)
Etichette:
altri,
bene,
condivisione,
democrazia,
forza,
guerra,
ideologia,
impegno,
liberta',
male,
politica,
prodezza,
reciprocita',
rita levi montalcini,
Scienza,
tempo,
valori,
valutazione,
virtu'
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento