giovedì 7 luglio 2011
Il piu' grande...
Continuo l'inventario degli eroi che mi hanno ispirato ed esaltato.
Oggi vi racconto del mio incontro con lo sciatore piu' grande della storia di questo meraviglioso sport: Ingemar Stenmark.
Chiunque lo abbia visto sciare ha ammirato la sua agilità, la potenza, la precisione, il ritmo, l'intensità, la costanza, la conduzione dello sci e nello stesso tempo quella scorrevolezza e leggerezza che gli permetteva di ballare tra un palo e l'altro, spostando il peso come un ballerino e senza mai perdere il controllo.
La sua intensità mentale e concentrazione gli permetteva di portare addosso la pressione di dover vincere ogni gara, una pressione che porto' addosso senza difficolta' per quasi vent'anni di carriera, perchè la gara per lui era una verifica con se stesso e non con gli avversari, che si susseguivano senza riuscira a batterlo se non sporadicamente.
Era una specie di extraterrestre, praticamente impossibile batterlo, sia nella prima che nella seconda manche, nello slalom speciale e nel gigante, dalla fine degli anni settanta ai primi anni ottanta hanno provato in tanti, ma aveva sempre e costantemente il suo ritmo e la sua forza e gli avversari per sperare di batterlo dovevano realizzare performance straordinarie, difficili da mantenere per piu' di un apio di gare. Lo sci e' uno sport di perfezione di linee, di pesi, di velocita', di concentrazione mentale, ci sono cosi tanti fattori che devono coincidere che solo un fuoriclasse come lui ha dimostrato di avere. Si allenava moltissimo, con dedizione sui punti deboli che sinceramente non saprei ora descrivere. Soltanto alla fine degli anni ottanta ha abdicato, per una questione anagrafica, accompagnando sul podio un altro atleta straordinario, completamente diverso da lui, che ha imparato a sciare guardandolo, un ragazzone bolognese di nome Alberto Tomba.
Stenmark aveva iniziato detronizzando un altro mostro sacro dello sci mondiale, Gustavo Thoeni, il quale anche a fine carriera aveva battuto varie volte Stenmark, ricordo un bellissimo slalom parallelo, ma il vecchio leone altoatesino e il giovane astro svedese nato in Lapponia si passarano il testimone presto, con stima e rispetto l'uno per l'altro.
Era elegante nello sci e garbato fuori dalle piste, rispettava gli avversari riconoscendo loro il loro valore, il suo modo di sciare con quella pattinata leggera ha rivoluzionato ed innescato il progresso dello sci intesa come disciplina. Fu il primo a legare il suo nome ad una marca di sci yugoslava sconosciuta al tempo, la Elan, portandola al successo commerciale. Lui vinceva, vinceva, e basta. Vinceva cosi' tanto che sembrava che lo sci fosse uno sport alla portata di tutti, uno sport abbastanza facile, ed invece ancora ho ancora nei miei occhi, indelebile quella giornata a Ponte di Legno sulle piste di Valbione dove lui si stava allenando insieme a Paolo De Chiesa; ricordo la mia emozione, al tempo avevo quattordici anni e lo sci mi accompagnava ormai da una decina, (mio padre e' un grande appassionato ed eccellente sciatore) avevo iniziato presto, quasi sciavo meglio che camminare, e a quel tempo facevo anche qualche garetta, mi alzavo ogni sabato e domenica per vedere la coppa del mondo di sci alle 7.45 del mattino per la prima manche per poi vedere la seconda verso l'ora di pranzo, ma torniamo a quella mattina, mi dicono che Stenmark si sta allenando su un muro che conosco molto bene, prendo la seggiovia e mi preparo per andare a vedere il mio campione, arrivo sul picco dove inizia il muro e per mia sorpresa scopro che e' una lastra di ghiaccio vivo lunga duecento metri circa con pali trapanati dentro per poter perforare il ghiaccio. Mi informo con il maestro di sci che conosco bene e mi dice che la sera prima ha chiesto che fosse buttata dell'acqua per poter creare lo strato di ghiaccio. Chi scia sa che le lamine degli sci degli anni settanta e ottanta non sono quelle sciancrate di oggi e che per sciare sul ghiaccio ci vuole tecnica, forza, precisione.
Improvvisamente arriva lui, scia con la grazia e la potenza che dal vivo sono ancora piu' ipressionanti, sembra gigantesco, padrone di ogni movimento ma soprattutto sembra sciare su neve morbida e ad ogni curva stretta, si sta allenando allo slalom speciale, i pezzi di ghiaccio volano via, lui resta con il suo peso centrale per saltellare da uno sci all'altro con una rapidita' indescrivibile. Io sono estasiato, non credo ai miei occhi, improvvisamente, per la troppa angolazione cade su un fianco, scivola e si riprende senza dir nulla, senza nemmeno un suono e riprende la sua danza tra un palo e l'altro.
Partiamo tutti, all'inseguimento del campione, provando a sciare su quel ghiaccio vivo, nessuno riesce a curvare, gli sci derapano e il peso scivola in avanti ed indietro non permettendo in nessun modo di condurre lo sci a destinazione. Non importa, corriamo giu' alla baita e siccome lui e' li fermo a parlare con il suo allenatore ci avviciniamo e con grande garbo e generosita' si ferma con noi ragazzini a chiacchierare qualche minuto, poi arriva il suo allenatore e siccome io ho gli sci esattamente come i suoi, degli Elan, chiedo di autografarmeli sulle punte, con quel pennarello indelebile che tiene vivo il ricordo nei miei occhi di quell'uomo straordinario con gli occhi sinceri venuto dal nord.
Etichette:
Alberto Tomba,
concentrazione mentale,
Elan,
ghiaccio,
Gustavo Thoeni,
indelebile,
Ingemar Stenmark,
occhi sinceri,
Ponte di Legno,
slalom gigante,
slalom speciale
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento